domenica 26 maggio 2013

LA BALLA DI RODOTA'

Non se ne salva uno, tra gli artisti cosiddetti "impegnati". Adesso anche il cantante Antonello Venditti ha cambiato partito, e si vanta di sostenere il movimento di Beppe Grillo. Dice di non poter sopportare il nuovo governo guidato da Enrico Letta, e lascia intendere che sono state proprio le sue idee di sinistra che lo hanno costretto a cambiare registro (e ad accusare il partito nel quale si riconosceva fino a poco tempo fa).
… E infatti, durante una intervista al quotidiano “Il Messaggero”, Venditti ha spiegato la confusione politica del momento con queste assurde parole: «La responsabilità di questa situazione è certamente del Pd che, non votando Rodotà come presidente della Repubblica, ha impedito qualsiasi avvicinamento al movimento 5 Stelle».

Ora, qualcuno dovrebbe spiegare a Venditti che un partito serio come il Partito Democratico non poteva votare nessuno (neppure Rodotà), a “scatola chiusa”. Perché, fra l’altro, la Presidenza della Repubblica non è una sorta di “premio alla carriera”.
... A un comico rancoroso come Grillo sarà anche consentito organizzare una sagra paesana che poi chiama “Quirinarie”, ma in democrazia  ci si aspetta che le cose si facciano un po’più seriamente. Perché, insomma, la Gabanelli avrà fatto tante importanti inchieste, e Gino Strada sarà pure in odore di santità, ma non per questo li si può ricompensare regalando loro il Quirinale! Idem per Rodotà, che dopo una vita passata a sinistra non si è stupito di essere passato dalla “black list” dei pensionati d’oro (pubblicata da Grillosul suo blog), alla lista dei “quirinabili” (preparata in quattro e quattr’otto sempre dalla ditta Casaleggio).

Solo alla fine della fiera abbiamo capito che le misteriose quirinarie erano una buffonata organizzata senza alcun criterio (candidare qualcuno senza prima verificarne la disponibilità semplicemente non ha senso). Peraltro: il“garante” Rodotà (che in passato aveva messo in guardia dai pericoli del grillismo), durante le quirinarie non ha speso una parola per dissociarsi da chi lo contrapponeva a Franco Marini (suo collega e coetaneo, visto che entrambi sono nati addirittura nel ‘33).
... Inoltre Rodotà non ha smentito la favola odiosa che voleva lui rappresentante dell’anticasta, e Marini rappresentante della “vecchia classe politica”.

In ogni caso, il Partito Democratico non poteva candidare Rodotà senza prima tastargli il polso, e d’altra parte non poteva in alcun modo contattare e trattare con un uomo ormai irriconoscibile e indecifrabile (non avrebbe potuto farlo neppure per chiedergli se aveva deciso di cambiare le sue idee, o se aveva semplicemente cambiato schieramento).
... Non avrebbe potuto fare nulla di tutto questo per il semplice motivo che a quel punto Grillo avrebbe fatto una scena di gelosia, e si sarebbe lamentato subito per “l’invasione di campo”, magari gridando al complotto.

Beppe Grillo a suo tempo aveva spiegato che bisognava mettere sotto accusa “tutti i segretari del Partito Democratico dal ‘95 a oggi”. Resta da capire se secondo lui, fino al ’94, erano tutti immacolati. In ogni caso, il primo presidente del Pds (almeno fino al ’92), fu proprio Rodotà. Che ha costruito la sua splendita carriera fin dai tempi del Pci. E dunque il "garante" non può essere considerato – politicamente parlando - un verginello!
… Ma in realtà Grillo tutto ciò lo sa benissimo. Anche se probabilmente i suoi ragazzi ignorano questo e molto altro (visto che sono quattro dilettanti allo sbaraglio!). E, in ogni caso, candidando Rodotà, il MoVimento voleva solo dividere il Pd. Perché a cambiare le cose non ci pensano affatto, e loro amano solo fare chiasso (perché lo spettacolo deve continuare: glielo ha insegnato quel buffone del loro leader!).

domenica 5 maggio 2013

ITALIANI GABIBBI

Dopo le dimissioni di Bersani, i grillini avevano subito esultato. Credevano, poveretti, di aver “circondato” definitivamente la cosiddetta “casta”. Ma la rielezione di Napolitano (e la successiva fiducia al governo Letta), hanno fatto cadere i loro sogni di gloria. E i tapini han capito che per vincere la loro guerra dovranno lavorare ancora. Magari solo per una settimana (perché non è detto che l’attuale governo possa andare più in là), ma dovranno comunque insistere.
… E magari, tra una fatica e l’altra, dovranno pure cominciare a stare attenti a quel che dicono. Perché, spesso e volentieri, a questi dilettanti allo sbaraglio gli si legge in faccia che non sanno neppure di cosa parlano. Anzi,di cosa straparlano.

Poi, è ovvio che il MoVimento Cinque Stelle non ha colpa se un fallito che ha speso tutti i suoi soldi nel gioco e ha deciso dare la colpa ai politici (l’ineffabile Luigi Preiti), decide di sparare alla cazzo di cane! Però, Beppe Grillo dovrebbe comunque vergognarsi un po’. Perché, per rendersi simpatico e rastrellare voti, il ruffiano ha cavalcato un luogo comune insulso e pericoloso: quello in base al quale la “ggente” è sempre e comunque assolutamente innocente, mentre i politici sarebbero - a sentir lui - colpevoli di tutto.
… Quando invece la responsabilità maggiore (almeno in una democrazia come la nostra), è proprio di quel popolo bue che - evidentemente - prima di recarsi al seggio passa al bar ad ubriacarsi. Col risultato che è sotto gli occhi di tutti: abbiamo un Parlamento che non riesce a prendere una direzione, semplicemente perché il Paese stesso una direzione non sa deciderla e soprattutto non la sa tradurre in un voto serio e ponderato.

I politici saranno anche corrotti (non tutti, in ogni caso), ma certo non sono caduti dal cielo per opera dello Spirito Santo. Anzi: sono stati votati da quel popolino rumoroso e casinista che dalla politica ha sempre cercato l’aiutino, la raccomandazione, la caramellina (salvo arrabbiarsi quando la presunta “casta” non ha più caramelle da dispensare!).
… Per cui, insomma, alla fine la colpa non è degli “eletti” (che sono solo gli “esecutori finali”), ma principalmente degli elettori (che sono i “mandanti iniziali”).

Adesso possiamo discutere e cianciare finché vogliamo sul poveretto (il Preiti), che voleva, dice lui, sparare ai politici e poi suicidarsi. Possiamo farla lunga sul disagio e sulla disoccupazione (che magari non c’entrano una mazza con il suo delirante crimine). E qualcuno può perfino dire (lo hanno fatto in molti), che quello doveva mirare meglio. Ma sarebbe il caso di chiedersi se davvero questo qui ce l’aveva coi politici. O non, piuttosto, con la sua miserabile vita spesa a kazzeggiare. Perché, insomma, non basta essere disoccupati per poter gridare e insultare a casaccio (magari a beneficio di telecamera!).
... E magari certi disoccupati cenciosi che vanno a lamentarsi da Santoro sono semplicemente figli del “Grande Fratello”. Anche se non se ne rendono conto, magari cercano il “gesto eclatante” che li faccia uscire dall’anonimato e dal fallimento esistenziale. Morale: loro si limitano a fare gli spiritati, il Preiti (che ha il cervello più spappolato), ha fatto le cose più in grande. Tutta qui la differenza!

Magari quelli che sbraitano a beneficio di telecamera sono gentaglia che fino al giorno prima elemosinava un favore dal politico locale. Oppure cercavano un lavoretto (possibilmente statale) o un “aiutino” (pagato dalla collettività, cioè sempre dallo Stato). E infatti, quando sanno di essere visti alla televisione, questi emuli del gabibbo prima sorridono e poi (cercando di guadagnare l’obiettivo), fanno ciao con la manina. Quindi – per farsi notare e passare alla storia – cominciano ad alzare la voce e a dimenarsi, sputando contro i politici. E a quel punto gli riesce di raccogliere un grosso applauso (bingo!).
… Magari un tempo questi hanno votato Berluska, o per la Lega (perché odiavano Prodi,o la Bindi, o i cinesi o i senegalesi). E magari adesso votato per Grillo, perché hanno deciso che stavolta odiano la Merkel, Monti, le banche, le discariche, i vaccini, la vivisezione. In ogni caso questi cenciosi non cambieranno mai: crederanno sempre a qualche altro cialtrone che promette un miracolo, o a qualche burino che promette di far fuori qualche loro concorrente.

Questi miserabili crederanno ad ogni teoria complottista: è colpa degli ebrei, dei rom, dell'onnipotente Bilderberg, dell’euro, del Pdmenoelle, di D’Alema che va a spasso col cane ma intanto tresca a destra e a sinistra. Poi, questi somari vanno magari al concertone dei sindacati a gridare “Berlusconi pezzo di merda” (oppure opteranno per un altro politico a caso!). E tra un rutto e una scoreggia hanno la sfacciataggine di dire che in fondo, sai come e sai perché, quello che ha sparato ai “cani da guardia del regime” (si è risentita anche questa), va “capito”. Oppure alzano al cielo uno striscione con la sua effige, dedicandogli il 1° maggio (lo hanno fatto certi sbandati dei centri sociali).
… Certo, il poveretto va "compreso", e magari ammirato. E infatti lui, almeno, ha avuto il coraggio (nella sua meschinità), di rischiare la galera. Loro, i figli di papà (che si dichiarano rivoluzionari), neppure quella.

sabato 27 aprile 2013

GLI UBRIACHI DI TWITTER

A proposito delle folle ubriache che nei giorni scorsi - in seguito al tam-tam della Rete - hanno circondato il Parlamento (provocando il terremoto che ha indotto Bersani alle dimissioni e costretto i parlamentari ad invocare la ri-elezione di Napolitano). A proposito dei parlamentari di ultima generazione che si fanno condizionare dai “follower” di Twitter e dagli “amici” su Facebook.
… Pensiero stupendo di Nicola Porro, che sul quotidiano “Il Giornale” ha commentato questa isterica tendenza.



Dall’articolo “Che follia se la politica insegue Twitter”

La sinistra è passata dalla dittatura del proletariato a quella dei follower… Abbiamo sostituito la “gente”, il “popolo”, le “piazze” con Twitter […].
I numerosi gradassi dei social network sono simili a quegli automobilisti incazzosi che vi insultano da lontano. Sono tutti leoni quando sono protetti e chiusi al calduccio dell'involucro di metallo e vetro: un tempo facevano gestacci, oggi urlano e insultano. E anche la rete dà quella tiepida e vigliacca sensazione di poter insultare liberamente un terzo con la certezza di non guardarlo mai dritto negli occhi, senza alcuna possibilità di replica […].
«Ma avete visto cosa scrivono su Twitter?» diceva un parlamentare di peso nei giorni scorsi in occasione del tentativo Marini. Sono forse suoi iscritti, o elettori? No, solo follower che sono lì, in alcuni casi, proprio per condizionarlo senza pagare alcun prezzo di iscrizione al club. Non sono uomini in carne e ossa: sono Avatar di un mondo perfetto in cui non esiste un second best, ma solo l'ottimo. Alcune volte sono perfetti idioti che spiegano a Bersani come Marini sia un vecchio arnese della politica, mentre Prodi o Rodotà siano due volti nuovi…

domenica 7 aprile 2013

TETTA E/O TIRANNO

A proposito delle insulse contestazioni alla presidente della Camera Boldrini (che, coraggiosamente - unica politica presente! - ha partecipato a Civitanova ai funerali dei due coniugi che si sono impiccati a causa della crisi, e del fratello della donna che si è impiccato per il dolore). E a proposito degli italiani che continuano a lamentarsi del "governo ladro" (ma alla politica e allo Stato hanno sempre chiesto assunzioni, facilitazioni, e aiutini vari)...
... Pensiero stupendo di Michele Serra (su "Repubblica"), che ha terminato la sua predica domenicale con questa frase: «Lo Stato ci faceva comodo prima, come tetta da spremere, ci fa comodo oggi, come tiranno da impiccare».

lunedì 18 marzo 2013

ARIA NUOVA IN CUCINA

Forse è un po’ troppo presto per gridare “Alleluia”. Ma come minimo si può dire che il nuovo Papa è una personcina educata. Infatti si affaccia dal balcone per augurare “buona sera” e “buon pranzo”. E mette allegria: prima saltella mostrando il pollice alzato, poi dice che il pessimismo è ispirato direttamente dal diavolo.
… Ecco, magari i suoi “fratelli cardinali”  potrebbero trovarlo un po’ troppo estremista quando confessa certi perversi desideri (“Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”). Ma è tutta salute, questa, per un Vaticano che fino a ieri sembrava preoccupato più degli stucchi che del messaggio evangelico!

Magari prima o dopo ci darà dei dispiaceri. Ma intanto il nuovo Papa sembra essere rispettoso dell’altrui pensiero, e sembra preferire il silenzio alla retorica e alle giaculatorie.
… Già quando si era presentato al mondo, aveva chiesto di fare “in silenzio questa preghiera di voi su di me”. E pochi giorni dopo, incontrando i giornalisti di tutto il mondo, per rispetto alla fede (o non-fede) ci ciascuno, ha spiegato: «Dato che molti di voi non appartengono alla chiesa Cattolica, altri non sono credenti, imparto di cuore questa benedizione, in silenzio, a ciascuno di voi, rispettando le coscienze di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di dio».

In attesa di capire che ne sarà dell’anello d’oro (e di tutte le altre chincaglierie che avevano caratterizzato l’ultimo pontificato), possiamo mandare un salutino al crucco dalle belle scarpe rosse: grazie per aver mollato l'osso! E un bacino anche ai ruffiani e ai ciambellani che gli stavano attorno tutti orgogliosi nelle loro subdole livree.
… Le cose cambiano, carissimi, fatevene una ragione: bye bye trono, bye bye crocefisso tempestato di pietre preziose, bye bye merletti, bye bye trucco e parrucco, bye bye mantelline d’ermellino, bye bye Ruini (che vorrebbe ancora dire la sua), bye bye Scola (che non ce l’ha fatta). E tu, Bertone, riga dritto e statte accuorto!

sabato 23 febbraio 2013

PROCESSO COLLETTIVO


Da un memorabile discorso di Pier Luigi Bersani

«…Noi abbiamo un’idea. E l’abbiamo da quando ci siamo chiamati Partito Democratico. Noi in Italia siamo i soli che si chiamano “PARTITO”. Badate bene, siamo i soli in Italia, ma in buona compagnia con tutti i paesi democratici del mondo […].
In questa nostra scelta c’è una idea di POLITICA e di DEMOCRAZIA. Di una Politica come Partecipazione, come PROCESSO COLLETTIVO. Di una Politica che non è solo comunicazione e neanche solo appuntamento elettorale. Di una Politica che non si mette in coda al sedicente carismatico di turno, che suona il piffero e non sai dove ti porta. Di una Politica che  non è strumento di una persona sola o di poche persone, ma che è un’occasione di espressione, di presenza e di emancipazione di tanti (e di quelli che in particolare che da soli non ce la farebbero mai). Una idea di Democrazia che rifiuta i frutti avvelenati dell’antipolitica, ma che pretende una Politica sobria, buona, semplice, pulita. Una Politica che costi meno e che decida di più…»

martedì 19 febbraio 2013

PAPITO VATTENE



Nessuno, ma proprio nessuno, è profeta in patria. Succede anche a Ratzinger, che  in Germania si direbbe non essere affatto amato. E casomai detestato, perfino adesso che è dimissionario e triste.
... E infatti il ‘Die Tageszeitung’, in questi giorni, ha scritto che “è un bene che Benedetto XVI se ne vada”. E ha precisato che sarebbe parimenti un bene se lui “fosse l'ultimo papa della sua specie”.


____________________________



Da un articolo del "Die Tageszeitung"
(tradotto e poi pubblicato sul settimanale "Internazionale")


È un bene che Benedetto XVI se ne vada, perché non funziona niente, né in Vaticano né nel resto del mondo cattolico. Nei suoi quasi otto anni di pontificato, il papa è riuscito perfino a superare i timori che si nutrivano nei suoi confronti. Il rappresentante di Dio in terra, scelto dagli esseri umani, ha mostrato poco interesse sia per i numerosi crimini sessuali commessi all'interno della sua istituzione sia per la possibilità di contrapporsi all'organizzazione fascistoide Opus dei.
Che si tratti di donne, di omosessuali, di aids, di stupro o di diritti umani, è praticamente impossibile esprimersi in modo più reazionario di questo papa […]. Che Cosa attribuisce questa autorità al pontefice? Per quale motivo il papa ha più potere e ragione di tutti gli altri e perché questa visione di sé totalitaria e maschile non è stata ancora rifiutata dal resto del mondo, il mondo in cui viviamo?
Sarebbe bello se Benedetto XVI fosse l'ultimo papa della sua specie e se presto sui libri di storia si potesse scrivere: "Le dimissioni di questo papa diedero inizio a una nuova era. La chiesa cattolica aveva capito che così non poteva più andare avanti".

domenica 10 febbraio 2013

CON SPREZZO DEL PERICOLO

Il sito Dagospia ha pubblicato una mia lettera contro certa destra arcigna e ipocrita. Quella stessa destra che ama la vita spericolata, ma poi criminalizza che fuma le canne.


Cara Redazione di Dagospia, l'onorevole Guido Crosetto, questo gigante buono e un cicinìn sovrappeso, è finito all'ospedale. Troppo stress, troppo cibo-spazzatura, e pochissime ore di sonno (nonostante i bypass, lo stent, e le 5 pastiglie da buttar giù ogni giorno). Si vanta, lui, di fumare 150 sigarette in un solo giorno. Perfino con sprezzo del pericolo. E' orgoglioso di fare l'ardito, ma si ricordi che il suo schieramento politico - tra un bunga-bunga e un voto su Ruby Mubarak - ha sempre messo in castigo (e ancora oggi addita al pubblico ludibrio) un ragazzino che venisse trovato anche solo con mezzo spinello in tasca.
           Natale Pellizzer

domenica 13 gennaio 2013

GABER, IL QUALUNQUISTA

Dicono che Giorgio Gaber è stato – da giovane, sia chiaro – un pò marxista. Poi, maturando, si sarebbe emendato da questo presunto “peccato di gioventù”, diventando assolutamente “apartitico” .
... Eh già, i qualunquisti sono così: si inventano un passato pseudo-komunista, e magari anche un presente "apolitico", per meglio attaccare la sinistra (che sarebbe, secondo loro, la fonte di tutti i mali). Ma poi, pensa un po' tu, sono pronti a votare per il capoufficio con cui prendono il caffé, anche se il tapino si è candidato col Ku Klux Klan.


C
omunque, Giorgio Gaber
fingeva di criticare il nostro Paese, ma lui stesso era un rappresentante della più becera italianità. Peraltro: politicamente il cantante non era affatto “super partes”, checché ne dicano i suoi devoti ammiratori!
  ... E infatti, Gaber ha appoggiato il Berluska anche quando - per dirne una - ha votato per la moglie che era in "Forza Italia". Come ammise lui stesso, più volte, senza vergognarsene.

Un modo intelligente (e divertente) per criticare certa italianità

venerdì 4 gennaio 2013

QUALCOSA DI NUOVO



Se i Maya ormai ci fanno solo ridere (la fine del mondo prevista per il 21 dicembre scorso era una minchiata pazzesca), l’anno nuovo potrebbe portarci tanta sfiga. Già, perché il 2013 finisce col malefico “13” che non promette – dicono i superstiziosi – nulla di buono.
E se alla fine di quest’anno saremo ancora vivi, dovremo temere il 2017, perché potrebbe essere proprio quello l’anno dell’Apocalisse. E infatti, come spiegato da Luciano Gulli (sul quotidiano “Il Giornale”), i seguaci della “Spada della Fratellanza di Dio” sostengono che in quell'anno preciso il profeta Gabriele «consegnerà la chiave della salvezza ai membri del culto, mentre tutti gli altri si attaccheranno a un enorme, beffardo dito medio che sovrasterà i cieli del pianeta».

D'altra parte, se anche il 2017 passasse senza cataclismi , dovremmo comunque sperare che Benedetto XVI viva molto a lungo, perché san Malachia profetizzò che ci saranno solo 112 Papi, e si da il caso che Ratzinger è il Papa numero 111.
Comunque vada, siamo avvertiti: qualcosa di nuovo sta per accadere. Forse, probabilmente, ma anche no.


Frida: "I Know There's Something Going On"


Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), pubblica ogni anno una rassegna di tutte le cretinate e le profezie che si sono rivelate completamente infondate. E mette in guardia da tutte le nuove forme di superstizione che ci fanno solo confondere la testa (e magari sprecare anche soldi e tempo prezioso).

                Dal sito del CICAP ( www.cicap.org )

«Una previsione, per essere verificabile, deve essere ragionevolmente circostanziata» spiega Stefano Bagnasco, fisico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e coordinatore del Gruppo di Studio sull’Astrologia del CICAP. «Se faccio affermazioni generiche e vaghe, o addirittura incomprensibili come le quartine di Nostradamus, a posteriori non sarà difficile trovare qualcosa che si adatti. In questo modo è possibile “costruire” una previsione azzeccata, che potrà essere opportunamente pubblicizzata. Invece noi, raccogliendo le previsioni verificabili, possiamo fare un controllo più rigoroso».
Anche se le previsioni più propriamente “paranormali” come quelle astrologiche non stanno in realtà passando di moda, perdono un po’ di terreno e visibilità a vantaggio di previsioni e profezie di origine più pseudoscientifica, ossia basate su idee che della scienza imitano il linguaggio senza in realtà rispettarne le regole. Quella del 21 dicembre, al quale la rivista Query ha dedicato uno speciale online, è stato un esempio lampante: alla già inesistente profezia basata sul calendario Maya (che non avevano in realtà previsto nessun cataclisma), autori di libri e trasmissioni televisive hanno affiancato una serie di previsioni pseudoscientifiche tanto catastrofiche quanto poco basate sulla scienza comunemente accettata, tutte puntualmente fallite […].
«…Queste previsioni sono preoccupanti perché proprio il loro aspetto ingannevolmente scientifico può trarre in inganno più delle previsioni astrologiche» commenta Massimo Polidoro, psicologo e scrittore, segretario nazionale del Comitato. «Da alcuni anni il CICAP sta infatti seguendo le pseudoscienze allo stesso modo dell’astrologia e delle medicine cosiddette alternative. L’astrologia si è dimostrata, alla prova dei fatti, priva di qualunque credibilità scientifica, è importante adesso attrezzarsi per distinguere la scienza genuina, magari di frontiera, dalla pseudoscienza».

Non che le previsioni astrologiche più classiche siano mancate, in fondo. Ma se le previsioni pseudoscientifiche di terremoti e disastri vari falliscono il colpo, non va meglio per l’argomento che da sempre è il terreno preferito dagli astrologi: il gossip. Cominciamo con la previsione facile: diversi astrologi, tra cui la Stefanova, Mauro Perfetti e alcuni astrologi indiani hanno azzeccato la gravidanza di Kate Middleton. Diciamo che se avessero sbagliato quest’anno avrebbero probabilmente ritentato l’anno prossimo, è andata bene al primo colpo. Sempre Mauro Perfetti prevede una maternità anche per l’attrice Vittoria Puccini nella primavera del 2012 e la nascita dell’erede del Principato di Monaco per la fine dell’anno, una frenata per la cantante Noemi al festival di Sanremo (è arrivata comunque al 3° posto) e un particolare successo in primavera per Raffaella Carrà, che invece non sembra abbia fatto particolarmente parlare di sé.
Sul versante politico, secondo Teodora Stefanova su Quotidiano.net Berlusconi sarebbe arrivato fino alla fine mandato nel 2013 e Obama sarebbe andato al ballottaggio nelle elezioni presidenziali USA contro una donna. Secondo Matteo Pavesi su Leggo, invece, avremmo dovuto avere elezioni anticipate e un nuovo governo prima dell’estate del 2012. Sarkozy avrebbe vinto in Francia secondo l’astrologa belga Audray Galliard e Romney negli USA secondo il veggente Blair Robertson. L’immancabile Nostradamus, per bocca del suo esegeta Luciano Sampietro, avrebbe previsto la morte di Benedetto XVI nel dicembre 2012; mentre secondo il Maestro Bassin il 2012 avrebbe visto la dipartita della Regina Elisabetta d’Inghilterra, di Rita Levi Montalcini e di Dario Fo (due previsioni sbagliate e una tristemente azzeccata in extremis).

Passando allo sport, sempre Teodora Stefanova pronosticava la vittoria del Real Madrid in Champions League, vinta in realtà dal Chelsea, e nuovi successi per la nuotatrice Federica Pellegrini alle Olimpiadi di Londra 2012, dove invece ha avuto i suoi peggiori risultati degli ultimi anni. Il Maestro Bassin aveva invece previsto la vittoria della Germania al campionato europeo, vinto invece dalla Spagna. «Insomma, anche quest’anno le poche previsioni verificabili non si sono avverate, e questa inchiesta, pur non essendo un vero e proprio studio scientifico, conferma il punto di vista della scienza: nessuna delle pratiche divinatorie note aiuta in alcun modo a prevedere il futuro» conclude Polidoro. «E se prima o poi arriveremo a poter prevedere i terremoti, non sarà certo prendendo scorciatoie pseudoscientifiche».