venerdì 24 dicembre 2010

IL NATALE CHE SLEALE

Il Natale è bello e ci fa bene. A Natale siamo tutti più buoni e questo è meraviglioso. Eppure, anche a Natale c'è qualcuno che ha voluto fare il guastafeste (si fa per dire, nè!).
... E' il cardinal Martini, che con un articolo su "Repubblica" ci ha richiamati alla sobrietà del Vangelo. E ha confermato - evviva la sincerità! - quel che si è sempre detto sottovoce: il Natale è profondamente "sleale", perché è anche la festa dell'ipocrisia.


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   * Dall'articolo, su "Repubblica", di Sua Eminenza Carlo Maria Martini

  «... Benché il Natale sia una splendida manifestazione della gloria di Dio in Cristo e del suo amore per noi, i discorsi che si fanno a partire dal Natale sanno spesso di buonismo e di speranza a buon mercato. Essi sono un segno di poca lealtà con se stessi e con gli altri. Infatti diciamo delle cose che non sono vere e a cui nessuno crede. Ci auguriamo a vicenda lunga vita, felicità, successo, ci facciamo doni che vogliono dire l'affetto che ci portiamo, ma per lo più sappiamo che non è così [... ]. 
Il Natale fa emergere le storture della politica, la gravissima crisi economica che stiamo attraversando, le violenze quotidiane fisiche e psicologiche. E si potrebbero aggiungere tante altre cose ancora.

Molti uomini e donne attendono in questo giorno qualcosa, un evento o magari una persona che li tiri su, che restituisca loro l'ottimismo ingenuo che hanno irrevocabilmente perduto; qualcosa di nuovo e di grande, che potrebbe farli tornare indietro. Ma questa speranza è fallace, perché si basa solo sulle nostre forze e dimentica lo Spirito di Dio, il solo capace di aiutarci in maniera efficace. 
Dopo i giorni delle feste tutto ritorna più o meno come prima. È come un dirsi reciprocamente «ce la faremo», pur sapendo tutti che non è vero...».

lunedì 13 dicembre 2010

Le bombe e la merda

Riassumendo: i poliziotti hanno protestato per i tagli, gli studenti sono saliti sui tetti, Massimo Calearo ha fondato un nuovo movimento, a Roma è scoppiata Parentopoli.
... Intanto: a Napoli ci sta ancora la monnezza, a Pompei crolla tutto (anche il ministro Bondi), in Veneto si stanno ancora leccando le ferite (la Lega è sempre stata “presente sul territorio”, ma non l’ha mai messo in sicurezza, ‘sto benedetto territorio!).

E i lavori del Parlamento come procedono? Beh, la Camera, nel frattempo, l’hanno chiusa in fretta e furia (temevano le imboscate), e per ingannare il tempo alcuni deputati sono andati al mercato delle vacche (con una scusa qualsiasi hanno cambiato casacca e sono finiti nello schiermento opposto: chi se ne frega della coerenza!). 
... Intanto, a Palazzo Grazioli, cosa potrà mai succedere? Bene, nell'attesa che passi la tempesta, i camerieri spolverano il lettone di Putin. E sperano di rivedere i bei tempi andati (quando entravano e uscivano gli esemplari della più varia umanità: escort, ruffiani, gli scarti di Emilio Fede, gli amichetti e le amichette di Lele Mora: alleluia!).

A proposito di Lele Mora: fino a ieri questo signore (amico del Cavaliere), era quello che alle feste dichiarava aperte le danze. Ma adesso il quotidiano “Libero” lo ha promosso a storico. Ed ecco che lo hanno fatto parlare sul Duce in questi termini: «Mussolini è stato un grande statista, un grande socialista e in un certo senso anche un liberale. I veri dittatori erano quelli attorno a lui».
… E qualcuno, a questo punto, dica amen!

Volendo rimanere su “Libero”,
vien da chiedersi: ma di cosa si starò occupando, in questi giorni, quel rancoroso di Giampaolo Pansa? Chiaro: lui  (nonostante tutto quel che accade), è allarmato dal fatto che, nottetempo, qualche bontempone ha scaricato davanti alla casa di Mariastella Gelmini dello sterco.
… Ecco la stupefatta predica del moderato e pacifista Pansa: «Alla cacca sulla porta di casa della Gelmini non ci avevo pensato. Nel senso che non ritenevo il ribellismo studentesco, o presunto tale, così violento da arrivare a tanto… Le abitazioni private sono sempre state prese di mira dal terrorismo, soprattutto da quello rosso… Quanto è accaduto al ministro Gelmini va considerato un precedente pericoloso. Chi ci garantisce che, domani, sulla porta di casa di un altro ministro del governo Berlusconi non venga depositata una bomba?».

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domenica 21 novembre 2010

SESSO & POTERE

Ecco le ultime parole famose sulle mutandine della ministra Carfagna (ma le porta?). Ed ecco le ultime parole famose sul Papa che finge di aprire al preservativo (quasi consentito a prostituta/o, il preservativo resta peccato per il cliente che lo indossa: sai che novità!). 

Ecco le ultime parole famose su Berluska amico del Dell’Utri, che a sua volta era amico di Mangano (dicono di non aver saputo che Mangano era un mafioso: adesso che glielo abbiamo detto Dell'Utri ribadisce lo stesso che per lui è stato “un eroe”!)

Infine: ecco le ultime parole famose su Dino Boffo (condannato, checché ne dica il cardinal Ruini); sul ministro Maroni (che ha bisticciato con Saviano); sul burqa tollerato da certi kattolici (ma non da certi islamici).

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1)  Parlando di rapporti tra la 'ndrangheta e la Lega al nord, Saviano ha fatto infuriare il ministro leghista Roberto Maroni. Ecco cosa ha voluto sottolineare (su “Il Fatto Quotidiano”), Marco Travaglio: «Basta così poco per mandare in bestia il ministro dell’Interno Maroni il quale, poveretto, pensa di essere lui ad arrestare i mafiosi latitanti, e non invece le forze dell’ordine a cui il suo governo taglia i fondi e i magistrati di Palermo e Napoli che la sua maggioranza insulta giorno e notte quando processano Dell’Utri o vogliono arrestare Cosentino»

2)  A proposito di Marcello Dell’Utri (amico di Berluska), e a proposito delle motivazioni della sentenza d’appello che lo hanno condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, ecco come ne ha parlato (su “Repubblica”), Francesco Viviano: «Berlusconi pagava Cosa nostra e taceva. Pagava attraverso Marcello Dell’Utri in stretto contatto con gli esponenti di primo piano della mafia. E’ un’altra conferma delle ‘relazioni pericolose’ di Marcello Dell’Utri e della consapevolezza di Silvio Berlusconi di pagare per evitare attentati e minacce…».

3)  Nella sospensione per tre mesi inflitta a Vittorio Feltri, il cardinal Ruini ha voluto vedere una riconferma della sua tesi. E cioè: che erano inconsistenti le accuse mosse al suo amico Dino Boffo (di essere un molestatore e un ghéi). 
... Ma Vittorio Sgarbi (su “Il Giornale”), ha avuto da ridire: «Feltri è stato sospeso per tre mesi, ma Boffo è stato condannato penalmente a sei. Una condanna penale. Dunque vi sono accuse riconosciute, non inconsistenti come afferma Ruini. E perché é stato condannato Boffo? Ha certamente molestato, anche nella incertezza della finalità, una donna, moglie di un amico… Vogliamo dunque chiarire, senza reticenze le ragioni della condanna? Per i tre mesi di Feltri lo sappiamo, per i sei mesi (condanna penale) di Boffo si sono alzate le cortine fumogene…».

4)  Il Papa (questo tiranno medievale), dice che se una donna vuole portare il burqa deve poterlo fare. E sarebbe bello capire se le guardie svizzere lascerebbero entrare in Vaticano chi si camuffa come un fantasma. Ad ogni modo, a fargli notare il controsenso ci ha pensato un islamico famoso. Precisamente Mario Scialoja, che intervistato da Rosalba Castelletti (per “Repubblica”), ha voluto fare alcune precisazioni sul burqa: «Non si tratta di un abbigliamento islamico, ma di una veste tribale… è contrario alla legge italiana sulla sicurezza perché impedisce l’identificazione, e il primo passo per integrarsi in un Paese è rispettarne le leggi… indossare il burqa non è un obbligo islamico…».

5)  Dunque dicono che il Papa abbia aperto al profilattico. Niente di più falso. 
Ecco alcune osservazioni (su “Il Giornale”), di Marcello Veneziani: «…L’esempio papale di pre­servativo tollerato è in verità un po’ parti­colare. Non lo riferisce al maschio, ma alla donna, e non alla donna in amore, ma alla prostituta... Alla peccatrice è ammesso l’uso del preservativo come attenuante; alla vita di coppia non si sa. Secondo il Papa, nel caso citato, il profilattico “può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità” verso la consapevolezza che “non tutto è per­messo e non si può fare tutto ciò che si vuole”. Dunque, il profilattico è accetta­to come freno più che come libertà, co­me monito più che via libera al piacere. Un lattice di rimorsi e non di licenza». 

6)  Quando pensa alla dimissionaria Mara Carfagna (la show-girl diventata ministra di Berlusconi dopo essere finita sui calendari con i capezzoli al vento), Paolo Guzzanti vede riconfermate le sue tesi su quella che lui chiama la “mignottocrazia”. Ecco, intervistato da Malcom Pagani (per “Il Fatto Quotidiano”), cosa ha dichiarato su di lei: «Con gli anni è diventata una zarina, un boss vecchio stile che agisce con spietata determinazione… Trovai in rete delle sue immagini sul crinale della pornografia. Foto davanti alle quali un lettore si poneva una sola domanda: “Ma questa fanciulla, porta o non porta le mutande? C'era uno stridore tra le istantanee e l'essere ministro. Mara si veste come un'orsolina in abiti civili , declama intenzioni conventuali, osteggia il Gay pride. E' assolutamente ridicolo. Nessuno ti crocifigge per essere stata abbracciata al palo di una discoteca con i capezzoli bagnati, però dopo non venire a tormentarci ululando come una comare indignata: “signora mia in che tempi viviamo”… Mentalmente, è un'oscurantista. Ignora che l'omosessualità è una delle varianti umane… E’ molto astuta e ha la faccia più bronzea delle statue di Riace: “Posai per quelle foto e ne sono contenta perché i miei nipotini potranno dire 'mamma mia com'era carina nonna da giovane'”, forse i nipoti ne faranno un uso diverso, meno elegiaco…».


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domenica 14 novembre 2010

I conti della serva

Quel marpione di Marchionne ha spiegato che le attività Fiat in Italia sono in perdita per difetto di produttività. E ha aggiunto che – se potesse – lavorerebbe esclusivamente all’estero.
… Ebbene, Duccio Valori (ex direttore centrale dell’Iri), ha scritto su “Il Manifesto” che le cose non stanno esattamente così. E che vanno precisate bene. Altrimenti i conti non quadrano.



Dall’articolo “Marchionne e l’Italia, i conti non tornano”
(di Duccio Valori, per “Il Manifesto”)

«… Le nuove multinazionali, come Fiat, sembrerebbero avere adottato un modello consistente nel concentrare le spese di ricerca e sviluppo e i costi di sede centrale (tra i quali il non trascurabile emolumento del Marchionne), presso il paese di origine (nel caso l’Italia), mentre gli utili verrebbero realizzati in paesi terzi, come il Brasile, la Polonia o la Serbia, dove le condizioni offerte agli investitori sono – o sembrano – nettamente più favorevoli. Non c’è quindi da stupirsi se, in questi casi, i risultati italiani sono nettamente peggiori di quelli delle “fabbriche” estere, dove la manodopera costa meno e i progetti arrivano direttamente dalla casa madre, che sostiene tutti i costi che sono stai incontrati per mettere a punto i progetti stessi…».


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Le ciàcole del Carroccio

Si pensava che i sindaci del Carroccio fossero, almeno, bravi a governare sulle loro contee. Invece sanno solo organizzare le feste del cotechino. 
Non per niente Alessandro Robecchi, sul quotidiano "Il Manifesto", li ha fulminati con quattro parole.

… E ha ragione da vendere. Per dire, nel Veneto di Luca Zaia la Lega aveva fama di essere "radicata sul territorio". E infatti s'è visto, dopo le alluvioni, che ne è stato di questo loro amato territorio: la regione fa acqua da tutte le parti. E il governatore Zaia annega nello straripamento delle sue belle ciàcole.



Dall'articolo "La Lega straripa e il territorio annega"
(di Alessandro Robecchi, per "Il Manifesto")

«...Già, cos’hanno fatto per il territorio, la sua bonifica, la sua messa in sicurezza, la sua salvaguardia tutti quei sindaci e amministratori così impegnati a scrivere i cartelli in dialetto?... Mentre a Roma i gloriosi padani appoggiano il governo Bunga Bunga, nelle loro terre, in Veneto, i fiumi straripano alla grande, le città si allagano tipo Venezia, capannoni, laboratori e fabbrichette sono inagibili. Niente male come controllo del territorio, la tanto sbandierata specialità dei leghisti, che questa volta, perdonerete la metafora, ha fatto acqua da tutte le parti. Il governatore Zaia con il cappello in mano chiede un miliardo all’odiato stato centrale: il Veneto ai veneti, per carità, ma gli schei che vengano da Roma…».


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sabato 6 novembre 2010

Luca Zaia sotto acqua

Il governatore del Veneto Luca Zaia fa acqua da tutte le parti. E se la prende con quelle che chiama le "calamità naturali"
... Ma viene smentito - dice il quotidiano "L'Unità"- da quelli che se ne intendono.


Vittorio Emiliani, su "L'Unità", ha scritto: «Di recente l'Istat ha collocato il Veneto fra le tre regioni italiane con la massima concentrazione edilizia, case e capannoni, tanti capannoni da far esclamare nel 2003 all'allora presidente Renzo Galan "Basta capannoni!". Un grido senza alcun seguito pratico. Sempre l'Istat definiva la pedemontana veneto-lombarda (in termini meno tecnici, la un tempo splendida collina di Piovene e di Parise), una delle zone più cementificate e asfaltate d'Italia. Basta scendere in aereo su Venezia: il continuum edilizio è agghiacciante senza uno spicchio di verde in mezzo, per centinaia di chilometri da Venezia-Mestre-Padova, ormai saldate, alla Lombardia. Ed è, per lo più, edilizia "legale", eretta in base a piani urbanistici sforacchiati da continue varianti. Perché un territorio collinare così maltrattato dovrebbe 'tenere' con le piogge autunnali o primaverili? Difatti le alluvioni, qui e altrove, sono ormai permanenti».

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lunedì 1 novembre 2010

In prima serata no

Annàmo bene. Nei giorni del Ruby-gate Alfonso Signorini ha avuto la bella idea di fare il moralista. Proprio lui, il tipetto che quando si è ritrovato in mano la cassetta di Marrazzo non ha denunciato la cosa (come avrebbe dovuto), ma ha preferito raccontare tutto quanto alla Marina Berlusconi (che ha riferito ogni cosa al Premier, che a sua volta ha contattato lo sprovveduto Marrazzo per suggerirgli di "comprare" il silenzio dei possibili accusatori).

Incredibile ma vero: Alfonsina "la pazza" (così lo chiamano quelli di Dagospia), ha pensato bene di ergersi a moralizzatore nazionale. E durante il programma "Grande Fratello" ha attaccato un concorrente (sedicente gigolò), che stava spiegando di aver intrapreso quell'attività perché stanco di fare l'uomo di fatica.

Ebbene sì, proprio Signorini (che il lavoro non sa neanche cosa sia), ha interrotto il ragazzo con queste precise parole: "Non si può legittimare la prostituzione, non in un programma di prima serata".
... E a questo punto, giusto per capire, una domanda sorge spontanea: caro il mio Alfonso che ti proclami kattolico e berlusconiano allo stesso tempo, con la tua protesta volevi forse dire che certe cose si fanno casomai in altro orario? Magari pure a Villa Certosa, e con Apicella di sottofondo?).


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Zucche d'Halloween


Per la serie "zucche vuote e ghignose": evviva Umberto Bossi che non riesce a vedere lo scandalo del Ruby-gate, evviva Berlusconi che garantisce: "A casa mia entrano solo persone per bene". Evviva l'ex repubblichino Giorgio Albertazzi che adesso si spaccia per anarchico (Salò fu "azione quasi di estrema sinistra"). Evviva Ratzinger che ci ha spiegato cosa sia il vero amore (proprio nei giorni delle proteste per i silenzi della Chiesa sui pedo-preti)




1)  Stai a vedere che Salò fu fatta dai komunisti. Sul “Corriere Della Sera” Giorgio Albertazzi (intervistato da Caterina Barone), ha spiegato che  «Ora in Italia non esiste una vera destra e nemmeno una sinistra… C’è solo una grande confusione politica».
… Annàmo bene, parla di confusione lui, l’intellettuale dei miei stivali che così descrive il suo passato fascista: «Io sono anarchico di centro. Mai stato di destra. Anche la mia partecipazione attiva alla Repubblica di Salò è stata un’azione quasi di estrema sinistra. Eravamo antipapa, antire, propugnatori di una carta del lavoro».

2)  Nei giorni del "bunga-bunga" (e delle preteste per i silenzi della Chiesa sui preti pedofili), Benedetto XVI ha spiegato cosa è diventato, secondo lui, l'amore: «E' ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto di se stessi e degli altri. Così è molto amore proposto dai media e da internet. E' egoismo, chiusura, illusione di un momento, qualcosa che vi lega come una catena, qualcosa che soffoca il pensiero e quella forza insopprimibile che è l'amore vero che, certo, costa anche sacrificio».

3)  A proposito del bunga-bunga. A proposito delle feste in casa Berlusconi. Il papi-Premier ha dichiarato: «Sono una persona di cuore... a casa mia entrano solo persone per bene che si comportano correttamente».
... E certo, come no. Infatti nelle sacre stanze entrano gli indagati per presunto favoreggiamento della prostituzione (Emilio Fede e Nicole Minetti). Entrano certi pregiudicati che te li raccomando (come Previti e il Dell'Utri). Entrano le minorenni spiritate (Noemi Letizia), gli indagati per droga (Tarantini), le escort con il registratore in tasca (la D'Addario). E naturalmente entrano i maschiacci tipo Lele Mora e Alfonso Signorini (e per fortuna che secondo lui "quelli lì" stanno tutti a sinistra!).

4)  Umberto Bossi, nei giorni del Ruby-gate (e delle zucche, visto che siamo pur sempre a Od Halloween), ha dato del suo meglio. Ecco l'unica cosa che ha saputo dire il Senatùr sull'ultimo scandalo del suo alleato Silvio: «Io non so niente. Mi pare che non ci sia niente di penalmente rilevante... Però è chiaro che Berlusconi doveva essere un pò più furbo, quella telefonata in questura poteva farla fare ad un altro... Poteva chiamare me, o Maroni... La verità è che gli scandali sono altri. Per esempio, quello del concorso per i notai: quelli di Roma e del Sud avevano già il tema in mano...».
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sabato 30 ottobre 2010

La Lega e il "Bunga-Bunga"

Dite a quelli de "La Padania" che l'Italia tutta si sta interrogando su questo tormentone del "Bunga-Bunga".
... A giudicare dal loro giornale si direbbe che non ne sanno niente, che nessuno ha raccontato loro la barzelletta, e che stanno in tutto un altro pianeta.


Si direbbe che i leghisti sono all'oscuro di tutto, almeno a leggere i deliranti tituli della prima pagina di sabato 30 ottobre 2010: "La sinistra coi macellai islamici" ; "Roma 'sfratta' Milano" ; "Anche a New York la Lega mette radici" ; "La violenza non fermi le infrastrutture" ; "Ritorna l'ora solare".
... Neanche una parola sulla minorenne marocchina arrestata e salvata da "papi" Silvio. Neanche una parola su Ruby, la finta nipote di Mubarak che dice di essersi convertita al cattolicesimo, che spiega di voler diventare una cittadina italiana per poi entrare nei Carabinieri, e che minaccia di scrivere un libro in cui parlerà del suo amichetto Silvio Berlusconi (che per lei è "come la Caritas").

Magari ai leghisti non è stato ancora spiegato cosa sia questa storiella del "Bunga-Bunga". Eppure Noemi Letizia, nell'aprile 2009, raccontò a tutta l'Italia questa barzelletta che piace tanto al suo "papi".
... E allora, forse, vale la pena di raccontarla ancora. Sperando che i Bossi-boys la capiscano, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. E non c'è peggior scemo di chi vuol fingere di credere alle panzane del Senatùr (e del suo intimo alleato Silvio).

La barzelletta, dunque. Allora, ci sono due ministri del governo Prodi che vengono mandati in Africa, che poi finiscono su un'isola deserta, e che infine vengono catturati da una tribù di indigeni. Il capo tribù interpella il primo ostaggio e gli chiede: “Preferisci morire o lasciarti fare il Bunga-Bunga?”. Quello, ingenuo, sceglie il “Bunga-bunga”, e viene subito violentato di brutto. Viene il turno del secondo prigioniero (più sprovveduto e spaventato del primo), che messo dinnanzi alla scelta risponde: “Preferisco morire!”. E a quel punto il capo tribù: “Ok, prima un po' di Bunga-bunga e poi morire!”.
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domenica 24 ottobre 2010

Le nostre mutande alla Fiat

La Fiat di Marchionne ha presentato i conti del terzo trimestre 2010 (190 milioni di utili netto). E il leader della Cisl Bonanni ha subito esultato: «Sono dati positivi, dovremmo avere un’abbondanza di dati come questi per capire che stiamo uscendo dalla crisi».
... E invece c’è poco da esultare. Perché a rimanere fregati, in questo caso, sono i soliti noti. Ovvero: gli operai, quelli a cui il marpione-Marchionne vuol togliere i diritti, la pausa mensa, la dignità, e magari anche le mutande. Mentre lui si porta a casa una paga 400 volte più pesante di quella dei un suo operaio.

Loris Campetti, sul quotidiano “Il Manifesto”, è stato chiaro: «… Ieri la Fiat ha presentato i conti del terzo trimestre 2010 con un utile netto di 190 milioni. Peccato che nell'auto sia pesantemente caduto il fatturato per il calo delle vendite e la quota Fiat sia scesa sia in Italia che in Europa. Ma allora come riesce a fare soldi Marchionne? Azzerando gli investimenti in Italia per l'anno in corso e per il prossimo, visto che i modelli previsti per il 2011 sono già slittati al 2012; tenendo in cassa integrazione un quarto della forza lavoro del gruppo, e nell'auto molti di più; non pagando il premio di risultato ai dipendenti che corrisponde a un mese di stipendio se rapportato al 2008 e a mezzo stipendio rispetto al 2009. Così si fanno utili, si distribuiscono dividendi agli azionisti e si paga l'amministratore delegato 435 volte più del suo operaio».

domenica 17 ottobre 2010

Primato della coscienza

Allo scienziato britannico Robert Edwards (padre della fecondazione in vitro), è stato assegnato il premio Nobel per la medicina. E Santa Romana Chiesa ha subito colto la palla al balzo per manifestare (attraverso monsignor Ignacio Carrasco de Paula, neo presidente della Pontificia Accademia per la Vita) le sue “perplessità e riserve” .
… Interessanti, sulla vicenda, le riflessioni offerte da Maria Antonietta Coscioni. Interessante ricordare quel che aveva detto sulla fecondazione in vitro Albino Luciani (futuro papa Giovanni Paolo I).



Maria Antonietta Farina Coscioni, co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, ha così commentato la notizia del Nobel al padre della fecondazione in vitro: «Gli Accademici di Stoccolma hanno dato un chiaro segnale: l'assegnazione del Nobel a Edwards è un esplicito riconoscimento, atteso e auspicato, che premia la ricerca scientifica e la sua libertà, contro tutti i fondamentalismi religiosi, ideologici e politici […].
Cosa spinge invece i difensori della sacralità della vita a criticare il premio al padre della fecondazione in vitro? […].  Quando si tratta di nascere l'utilizzo della scienza e della “tecnica” è per loro considerato un abuso, bisogna farlo come natura prevede e non come i progressi della scienza medica oggi consentono. Risultato, chi vuole figli e non li può avere secondo natura, deve annegare in un mare di tristezza. Al contrario, capovolgendo il ragionamento, chi vuol morire secondo natura deve prolungare la propria esistenza in un mare di sofferenza perché non è un più un abuso utilizzare i progressi della scienza per allungare il tempo della morte… Se i progressi della medicina vengono rifiutati quando si tratta di nascere ed accolti quando si tratta di morire si deve concludere che tristezza e sofferenza sono i veri capisaldi dei “sacralizzatori” della vita, ovvero il sadismo ha preso il posto dell'amore».

Non era sadico, invece, Albino Luciani . Nel 1978  il futuro papa Giovanni Paolo I, in una intervista, volle esprimere alla prima bambina nata in vitro “i più cordiali auguri”. E questo “a seguito di Dio, che vuole e ama la vita degli uomini”
... Quanto ai suoi genitori, Luciani aveva dichiarato: «Non ho alcun diritto di condannarli: soggettivamente se hanno operato con retta intenzione e in buona fede essi possono avere perfino un gran merito davanti a Dio per quanto hanno deciso e chiesto ai medici di eseguire».

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C'è criminale e criminale

Cosa pensano, come si comportano, come votano i poveretti che in cuor loro hanno già condannato la cugina di Sarah Scazzi? 
... Che idea della giustizia avranno questi sprovveduti che la manderebbero sulla sedia elettrica solo perché adesso è accusata di essere stata complice in quello che gli psicologi chiamano “omicidio intrafamiliare”?

Quando Michele Misseri (lo zio di Sarah, che ha confessato di averla assassinata), è arrivato nel carcere di Taranto, gli altri detenuti hanno urlato: «Datelo a noi, che l’ammazziamo!».
... Certo, perché per certi fetenti uccidere lo zio sporcaccione (per farsi belli di fronte al popolino, magari dopo aver fatto qualche rapina pistola in mano), può essere utile e perfino dilettevole. Al limite, anche uccidere su commissione (magari pagati da quella mafia che scioglie i bambini nell’acido), è cosa passabile, comprensibile, fattibile, con un qualche significato.
Ma - direbbero sempre questi fetentoni - uccidere una ragazzina gratuitamente, per passione carnale, suvvia! E’ da “criminali odiosi” (direbbero loro, che evidentemente sono “criminali perbene”!).

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domenica 3 ottobre 2010

Umberto & Luca

Che facevano i leghisti mentre Bossi sputava su quei “porci” dei romani? 
Che faceva quel fighetto di Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, mentre il vecchio Umberto sparava la sua ennesima minchiata? 
... Insomma, che facevano quelli del Carroccio, dopo aver lui (il Senatùr), passato una vita ad offendere, di volta in volta, tutto e tutti: la sinistra, i meridionali, gli stranieri, Casini, il Berluskazz, e chi più ne ha più ne metta?


Ebbene, quando ancora non erano iniziate le polemiche per l'ultima stronzata del leader leghista (SPQR starebbe per "sono porci questi romani"), quel povero meschinetto di Zaia s'inkazzava per la fiction "Distretto di polizia", in cui verrebbe presentata la figura di un bergamasco un po’ tontolone.
... Massì, ha ragione Zaia, il padano non bisognava immaginarlo fessacchiotto: che banalità, che penoso luogo comune!

Tuttavia, pensiamoci: cosa accadrebbe se nelle fiction si accogliessero fino in fondo i luoghi comuni da barzelletta? E che succederebbe se si dipingesse il padano secondo un certo stereotipo: buffone, gretto, ignorante, razzista, tremolante, scoreggione?
... Magari, perché no, anche fuso, bacucco, claudicante, e sempre pronto a sputare su quelli che non sono polentoni come lui?

Ebbene sì, se si accogliessero certi luoghi comuni sui polentoni, finirebbe che il padano immaginario assomiglierebbe troppo a quell’altro padano famoso e reale (il leader delle camice verdi, che guarda un pò tu il caso è anche il capo di Luca Zaia).
... Ma certo, si penserebbe subito a quel troglodita che non è capace di tirarselo fuori per fare pipì, ma che lo stesso dice di avercelo duro, e mostra il dito medio. Si penserebbe a quel poveraccio che col suo maschilismo da vecchietto decrepito offende tutte le donne e gli uomini che sognano un mondo migliore.

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Stupratore di democrazia

Per il suo 74esimo compleanno l’augusto presidente del Consiglio (Silviuccio Berluska), si è visto recapitare gli auguri di Antonio Di Pietro. 
... Il Tonino nazionale era in grande forma, e nel suo affettuoso messaggio ha graziosamente paragonato il Premier a Nerone, lo ha accusato di avere “intenzioni criminali”, e, insomma, gliene ha dette di tutti i colori: pregiudicato, piduista, stupratore, corruttore, eccetera, eccetera, eccetera.

Di fronte a questi bei complimenti, ci credo che il Caimano, a fine giornata, si è lamentato di aver passato un “compleanno di merda”

... E pensare che il peggio doveva ancora venire: di lì a poco sarebbero montate le polemiche per un vecchio video in cui si sente Sua Impunità che lancia una imprecazione offensiva per i credenti. Con grande scandalo di “Famiglia Cristiana”, “Avvenire”, e Santa Sede. Che in confronto le sberle di Tonino sono un niente proprio!
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29 settembre 2010, dal discorso alla Camera di Antonio Di Pietro

   « Sig. presidente del Consiglio, Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un pregiudicato illusionista che, anche oggi, ha raccontato un sacco di frottole agli italiani, descrivendo un'Italia che non c'è e proponendo azioni del Governo del tutto inesistenti e lontane dalla realtà. Fuori da qui c'è un Paese reale che sta morendo di fame, di legalità e di democrazia e Lei è venuto qui in Parlamento a suonarci l'arpa della felicità come fece il suo predecessore Nerone mentre Roma bruciava […].
Lei, sig. Berlusconi è un vero "maestro": intendo dire un maestro della massoneria deviata, un piduista di primo e lungo corso, un precursore della collusione e della corruzione di Stato.
Anzi di più. Lei è l'inventore di una forma di corruzione di nuovo conio, più moderna e progredita: cambiare le leggi in modo da non far risultare più reato quel che prima lo era e in modo da non rendere più punibili coloro che prima potevano essere condannati […]
Lei, sig. Berlusconi, non è un presidente del Consiglio ma è uno "stupratore della democrazia" che, dopo lo stupro, si è fatto una legge, anzi una ventina di leggi ad personam per non rispondere di stupro! […].
Lei si è impossessato dell'informazione pubblica e privata e la manipola in modo scientifico e criminale. Un esempio? La casa di Montecarlo venduta da Alleanza nazionale. Lei e i suoi amici dell'informazione avete fatto finta di scandalizzarvi nell'apprendere che, dietro quella compravendita, c'è una società off-shore situata in un paradiso fiscale. Ma si guardi allo specchio, imputato Berlusconi: Lei di società off-shore ne ha fatte ben 64 proprio per nascondere i proventi dei suoi reati societari e fiscali e per pagare tangenti ai politici e ai magistrati e lo ha fatto ricorrendo a quell'avvocato inglese David Mills, condannato per essere stato, a sua volta, da lei corrotto per mentire ai giudici e così permetterle di ottenere un'assoluzione comprata a suon di bigliettoni. Già! Perché la magistratura che Lei ha corrotto, quella a Lei piace!
Invece, non le piace quella che vuole giudicarla per i suoi misfatti, tanto è vero che ora, al primo punto del suo "vero programma", quello di cui oggi non ha parlato, c'è la reiterazione del Lodo Alfano, cioè proprio di quella legge che deve assicurarle l'impunità per un reato gravissimo che lei ha commesso: la corruzione di giudici e testimoni […]
E Lei, oggi, viene a chiederci la fiducia? […]. Non lo chieda a noi, che siamo stati primi a smascherare le sue reali e criminali intenzioni! ».
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domenica 26 settembre 2010

Il Gianfry: e Fini-amola qui!

Gianfranco Fini, nel suo video-messaggio, si è lamentato di quelli che hanno auspicato per lui il “metodo Boffo”. E dopo aver ammesso le sue ingenuità e i suoi dubbi, ha spiegato cosa intende fare adesso.

Il succo del suo discorso è presto detto: ho la coscienza a posto, non ho mai avuto un avviso di garanzia, non ho mai sfruttato società off-shore, un affare privato non può diventare affare di stato (tanto meno allarmare un ministro di Santa Lucia), e se accertassi che la casa di Montecarlo appartiene a mio cognato mi dimetterei subito.




DAL VIDEO-MESSAGGIO DI GIANFRANCO FINI:

«Certo anche io mi chiedo, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo? E’ Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel’ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me. E se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera. Non per personali responsabilità – che non ci sono – bensì perché la mia etica pubblica me lo imporrebbe.
Di certo, in questa brutta storia di pagine oscure ce ne sono tante, troppe. Un affare privato è diventato un affare di Stato per la ossessiva campagna politico-mediatica di delegittimazione della mia persona: la campagna si è avvalsa di illazioni, insinuazioni, calunnie propalate da giornali di centrodestra e alimentate da personaggi torbidi e squalificati. Non penso ai nostri servizi di intelligence, la cui lealtà istituzionale è fuori discussione, al pari della stima che nutro nei confronti del Sottosegretario Letta e del Prefetto De Gennaro. Penso alla trama da film giallo di terz’ordine che ha visto spuntare su siti dominicani la lettera di un Ministro di Santa Lucia, diffusa da un giornalista ecuadoregno, rilanciata in Italia da un sito di gossip a seguito delle improbabili segnalazioni di attenti lettori. Penso a faccendieri professionisti, a spasso nel Centro America da settimane (a proposito, chi paga le spese?) per trovare la prova regina della mia presunta colpa. Penso alla lettera che riservatamente, salvo finire in mondovisione, il Ministro della Giustizia di Santa Lucia ha scritto al suo Premier perché preoccupato del buon nome del paese per la presenza di società offshore coinvolte non in traffici d’armi, di droga, di valuta, ma di una pericolosissima compravendita di un piccolo appartamento a Montecarlo.
Ma, detto con amarezza tutto questo, torniamo alle cose serie. La libertà di informazione è il caposaldo di una società aperta e democratica. Ma proprio per questo, giornali e televisioni non possono diventare strumenti di parte, usati non per dare notizie e fornire commenti, ma per colpire a qualunque costo l’avversario politico. Quando si scivola su questa china, le notizie non sono più il fine ma il mezzo, il manganello. E quando le notizie non ci sono, le si inventano a proprio uso e consumo. Così, con le insinuazioni, con le calunnie, con i dossier, con la politica ridotta ad una lotta senza esclusione di colpi per eliminare l’avversario si distrugge la democrazia. Si mette a repentaglio il futuro della libertà. Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto. Gli italiani si attendano che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal Presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sarà gli italiani sapranno giudicare. E per quel che mi riguarda ho certamente la coscienza a posto».


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* A questo post va collegato quello dal titolo "Adesso parla il Fini", e quello dal titolo "Offshore & Fuorionda".
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sabato 18 settembre 2010

La Lega a nord-est: fuffa & truffa

Proprio come volevasi dimostrare. Se Roma è ladrona, la Lega Nord invece è mangiona, sprecona, e tanto fanfarona.
... Quanta fuffa, quanta truffa, quanti discorsi inconcludenti, quanti affari loschi anche nella terra dei fighetti Luca Zaia e Flavio Tosi. 

Succede anche questo: che nel mitico nord-est i leghisti buttano via l’etica per sostituirla con una estetica da quattro soldi (solo slogan e ciance, tra una bestemmia e un rutto in dialetto). 
... Ultima porcata: aver tolto il tricolore dalle divise della Protezione civile. Per sbatterci sopra l’incolpevole leone di San Marco. 
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Gianni Barbacetto
(per "Il Fatto Quotidiano")
« [...] Dal Veneto arrivano gli ultimi casi di pulizia non proprio perfetta.
Il senatore della Lega Alberto Filippi, di Vicenza, è accusato dal faccendiere Andrea Ghiotto di avere un ruolo nella maxi evasione scoperta ad Arzignano, feudo padano e distretto della concia. Una brutta storia di tasse non pagate e di controlli aggirati: le indagini, in corso, diranno se anche a suon di mazzette. A Verona, Gianluigi Soardi, presidente dell'azienda del trasporto pubblico cittadino Atv (ma anche sindaco leghista di Sommacampagna), si è dimesso dopo che la polizia giudiziaria è piombata nei suoi uffici e ha sequestrato documenti contabili da cui risulterebbero spese gonfiate e ingiustificate. Camillo Gambin, storico esponente del Carroccio ad Albaredo d'Adige (Verona), è agli arresti domiciliari per una brutta storia di falsi permessi di soggiorno rilasciati in cambio di denaro. Alessandro Costa, assessore alla sicurezza di Barbarano Vicentino, è indagato per sfruttamento della prostituzione: gestiva siti di annunci a luci rosse.
Nel vicino Friuli-Venezia Giulia, il presidente del consiglio regionale, Edouard Ballaman, si è dimesso dopo essere finito nel mirino della Corte dei conti per una settantina di viaggi in auto blu fatti più per piacere che per dovere. In passato, Ballaman aveva realizzato uno scambio di favori incrociati con l'allora sottosegretario all'Interno (e tesoriere della Lega) Maurizio Balocchi: l'uno aveva assunto la compagna dell'altro, per aggirare la legge che vieta di assumere parenti nel medesimo ufficio. Aveva anche ottenuto l'assegnazione pilotata della concessione di una sala Bingo […]
».
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domenica 12 settembre 2010

Il gatto e la volpe

Caro Berluska & Previti: ma siete querelanti o delinquenti?

Non ha preso scorciatoie, il bravissimo Massimo Fini. E sul quotidiano "Il Fatto" ha spiattellato la questione. In un articolo durissimo dal titolo altrettanto tosto: "Cari Berlusconi e Previti, siete querelanti o delinquenti?".
... Qui di seguito, solo il nocciolo della questione: il punto dell’articolo in cui il giornalista ha riassunto il "raggiro" ai danni di una povera orfanella. Beh, magari povera la marchesina non lo era, non nel senso dei soldi. Che in quel caso il gatto e la volpe non l'avrebbero degnata proprio!

« … Adesso che è in ballo il tinello del presidente della Camera tutti, non solo i "finiani", ma anche i giornali di sinistra, compreso il nostro, "scoprono" il colossale raggiro che Silbio Berlusconi, in combutta con Previti, operò, nei primi anni ’70, ai danni della marchesina Annamaria Casati Stampa scippandole, per un tozzo di pane, la villa di Arcore (3500 metri quadrati), i Tintoretto, i Tiepolo, i Luini che la arredavano, un parco di un milione di metri quadrati e un immenso terreno di 2.466.000 (duemilioniquattrocentosessataseimila) metri quadrati nel comune di Cusago. Di tutte le nefandezze attribuite a Berlusconi questa è, dal punto di vista morale, la più ripugnante e grave… »
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domenica 22 agosto 2010

La spada, il fucile, la croce

1) SI SCHERZAVA, COME SEMPRE   Umberto Bossi, in visita a Schio (Vicenza), ha voluto tranquillizzare tutti i leghisti della città con queste parole: «Per i fucili c'è tempo».
Ecco, adesso i militanti del Carroccio saranno tutti contenti di sapere che possono continuare a godersi l'estate. Magari più avanti, con calma, quando arriverà il freddo, si vedrà di fare qualcosina per scaldarsi, vero?.
... A proposito: Morgan aveva rischiato il suo concerto in Veneto perché la Lega sosteneva che - avendo lui esibito la sua condizione di "tossico" - era diventato un "kattivo maestro". E allora, per coerenza, vogliamo dire qualcosa dell'Umberto furioso che straparla di bandiera nel cesso, di cazzi duri, e perfino di fucili? 

2) SI SCHERZA ANCORA, PURE COI SANTI   Alla faccia della sincerità evangelica. Se Comunione & Liberazione non sa più a che santo votarsi (padrini e simpatizzanti politici stanno tutti nei guai), l'eurodeputato ciellino e berluskoniano Mario Mauro ha spiegato al "Giornale" qual'è la sua cristianissima strategia: «Al meeting proviamo a ricompattare il Pdl. In politica le cose si possono rimettere a posto, in passato la Lega si è permessa di dare del mafioso a Berlusconi e ora è di nuovo nostra alleata di ferro». 

3) SCHERZERO' FINO ALLA FINE, DI DURO C'HO SOLO IL CERVELLO   La Lega di Bossi, dunque, è diventata una alleata di ferro. Che meraviglia, certamente Gesù sarà contento di questo matrimonio d'interessi.
... Intanto il Senatùr è passato dai fucili di Schio agli spadoni medievali. E bisognava vederlo nelle foto: lui che al Bèrghem Fest di Alzano Lombardo nominava "cavalieri" alcuni "crociati di Martinengo". Che festa, e che spadoni, accidenti!
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martedì 3 agosto 2010

Treviso, ke brutta aria

A Treviso (città della Lega, terra dei sindaci sceriffo) tira proprio una brutta aria.
... Addirittura peggio che a Napoli, dice l’Istat!

E in quanto al verde disponibile? Anche da quel punto di vista la città è stata bocciata clamorosamente.
... E il solo verde che abbonda è nei fazzoletti che il Carroccio esibisce quando deve fare le sue clamorose battaglie (contro i mulini a vento).



Il prosindaco Gentilini lascia intendere che alla pulizia e all’ordine ci tiene tanto. Ma intanto deve incassare questa: l’Istat ha bocciato la sua città per il disastro delle fognature, per l’indecenza dell’aria, e per la scarsità di verde.

In sintesi: per quanto riguarda gli impianti di depurazione delle acque solo il 28% della popolazione è allacciato alla rete. E anche in quanto al verde pubblico Treviso è messa maluccio (le aree verdi della città sono ferme ad un misero 2,6% della superficie totale del comune, contro il 7% della media nazionale).
... E tira una pessima aria: dal 2000 al 2007 sono addirittura raddoppiati i giorni in cui si è superato il limite previsto per il Pm10. Morale: nella classifica nazionale dei capoluoghi eco-compatibili la città di Treviso sprofonda al 75esimo posto (Perfino Napoli è messa meglio).

Il quotidiano locale (“La Tribuna di Treviso”), ha riferito quanto ha dichiarato Luigi Calesso: «Ancora una volta i dati sono assolutamente inequivocabili, le politiche dell’amministrazione cittadina leghista su territorio, mobilità e lavori pubblici non solo non migliorano i livelli della vita della nostra città, ma contribuiscono a peggiorarli».
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sabato 31 luglio 2010

Ragazzo coccodé


Lo hanno scritto a chiare lettere i massoni del “Grande Oriente Democratico”: il piduista Silvio Berluska ci ha fatto credere di essere un ragazzo coccodé. E intanto per trent’anni ha potuto fare il bello e il cattivo tempo.
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Dal sito del “Grande Oriente Democratico”

«… In un Paese Decadente e Corrotto (intellettualmente e moralmente prima che materialmente) come l’Italia, può anche accadere che illustri firme giornalistiche che si appassionano quotidianamente sul “sesso degli angeli” e si appassionarono tanto sulle escort dell’harem del Fratello Berlusconi, allorché abbiano l’occasione di mettere il naso nel vero “back-office” del Potere, il naso lo storcano con aria di sufficienza…
“Berlusconi Occulto o Esoterico…? Ma non scherziamo…Berlusconi è un ragazzo coccodé, al massimo un super-piazzista fortunato…”. Questo è il refrain, per alcune illustri (e meno illustri) penne di vacui, presuntuosi, ignoranti […] . Ed è proprio grazie alla superficialità, all’ignoranza, all’insipienza o alla mala fede di tanti Soloni del giornalismo e della politica italiani che il Fratello Berlusconi ha potuto fare in modo indisturbato tutte le sue “rivoluzioni” culturali, mediatiche e politiche, da circa trent’anni…».
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* A proposito di massoneria: non c’è tempo da perdere, leggete e fate leggere la lettera del massone democratico Magaldi (“fratello Gioele”), al massone piduista Berlusconi (“fratello Silvio”).

lunedì 26 luglio 2010

DA MASSONE A MASSONE


Non c’è tempo da perdere. Leggete e fate leggere la lettera del massone democratico Magaldi (“fratello Gioele”), al massone piduista Berlusconi (“fratello Silvio”)



   Caro Fratello Silvio,
mettiamola in questi termini: con questa Lettera Aperta n.1 (ne seguiranno altre, perché la “posta in gioco” è piuttosto complessa e importante) cercherò di aiutare Te a recuperare memoria e consapevolezza degne di un’aspirante statista (sono quasi 20 anni che “aspiri”…) e tenterò di ispirare nei (talora distratti e negligenti) media nazionali qualche nozione più precisa sul tuo percorso esistenziale e politico […]
Non starò a ricordarTi che l’iniziazione massonica - quale tu avesti il privilegio di ottenere direttamente dal Gran Maestro “Emerito” Giordano Gamberini alla fine degli anni settanta, a Roma, alla presenza del Fratello Licio Gelli e di diversi tuoi amici già Fratelli Piduisti - è indelebile, una volta conferita. Indelebile come ogni ordinazione sacerdotale e misterica.
Non starò a ricordartelo perché tu lo sai bene e lo hai sempre saputo, a partire dalle illuminanti parole usate, durante il rito iniziatico da Lui officiato, da Gamberini in persona. A partire dai “ripassi” in materia che ebbe a regalarti generosamente il Gran Maestro Armando Corona (1982-1990), durante tutti gli amabili incontri e colloqui che avesti con lui nel corso di molti anni, alla presenza di altri “estimatori” della Via Iniziatica Massonica, come il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga e i tuoi amici Flavio Carboni e Giuseppe Pisanu, per tacere di tanti altri…
Soprattutto, a partire dalle relazioni ancora più significative con certi ambienti del milieu massonico internazionale, maturate dal 1992-93 in poi e di anno in anno sempre più rafforzatesi e perfezionatesi. Per non parlare delle tue letture e dei tuoi “studi”, sapientemente dissimulati, su tanti aspetti dell’Esoterismo in generale e della Massoneria in particolare. Su questo punto, bisogna dare atto al Presidente Cossiga che egli ha sempre saputo aiutarti e sostenerti nella tua opera dissimulatrice…
In molte famose interviste (su quotidiani o libri), il Presidente Emerito della Repubblica ha sempre minimizzato la tua esperienza libero-muratoria, esprimendosi pressappoco così: “Ma Berlusconi bada al potere e ai soldi…che volete che gliene importa di riti esoterici, dei miti antico-egizi di Iside e Osiride…”.
Eh, no Presidente Cossiga! Al Fratello Silvio importa parecchio dei “riti, dei miti, della magia e delle sette esoteriche”, per non parlare delle componenti “filo-egizie ed ermetiche” della sua Weltanschauung. […]
Allora, come promesso, regaliamo qualche “chicca” sul “Berlusconi Occulto” […]
Fanno persino sorridere le modalità approssimative e incerte con le quali alcuni giornalisti e/o studiosi hanno infine messo in luce la natura “iniziatica” e “massonica” del complesso di Villa Certosa in Sardegna (Residenza da Te personalmente curata, nella realizzazione, sin nei minimi dettagli) o del Tuo Mausoleo funebre ad Arcore, all’interno di Villa San Martino. Persino l’autorevole Prof. Marcello Fagiolo - che meglio di altri ha spiegato la natura esoterico-massonica del Mausoleo funebre voluto per sé e i suoi più fidi adepti dal Fratello Silvio Berlusconi - non ha dato una lettura ermeneutica esaustiva e completa di questo e di altri complessi architettonici fatti realizzare con convinto piglio da Libero Muratore dall’attuale Presidente del Consiglio italiano. Di una esplicazione compiuta e filologicamente rigorosa delle realizzazioni paesaggistico-architettoniche di significato massonico-iniziatico del Fratello Silvio, ci occuperemo ben presto Noi di Grande Oriente Democratico. Per rendere effettivo omaggio al genio latomistico di questo Fratello, se non altro.
Caro Fratello Silvio, vogliamo “rivelare” alla pubblica opinione i tuoi robusti interessi in fatto di Astrologia? Vogliamo dire che non soltanto hai sempre avuto attorno a te (sedicenti) esperti di questa antica Scienza Iniziatica - consultati ad ogni piè sospinto - ma tu stesso ne sei un appassionato cultore? E diciamolo, via! Mica ti vorrai portare tutti questi segreti nel Mausoleo Massonico […]
Alla luce di tutto quanto precede, poiché ho saputo che vorresti trascorrere il periodo di agosto in qualche Castello con altri “Cavalieri”, a discutere “fraternamente” di come ri-organizzare il PDL e rilanciare l’azione di governo, non voglio farTi mancare anche il mio CONSIGLIO FRATERNO, in forma di virili diffide e ammonimenti. Ti DIFFIDO dal reiterare, con la nuova stagione, tentativi di approvazione e/o promulgazione di liberticidi e anti-costituzionali atti legislativi. Atti concepiti a personale uso e consumo Tuo e dei Tuoi Cortigiani, atti IPOCRITAMENTE presentati come tutori della libertà dei cittadini, in realtà inconcepibili e impresentabili in qualunque Democrazia dell’Occidente liberale. Mi riferisco ad atti legislativi come il Lodo Alfano, il cosiddetto DDL sulle Intercettazioni e altre “robe simili” […]
Ti DIFFIDO dal non prenderti le tue responsabilità in relazione alla cosiddetta vicenda “P3”. Invece di scaricare le responsabilità sui “Fratelli/Sodali” che hanno agito nel tuo diretto interesse, chiamandoli “4 pensionati sfigati”, mostra un po’ di coraggio e lealtà verso coloro che per Te si sono esposti. Nessuna giustificazione per loro, che sono grandi e vaccinati e ben sapevano (laddove lo abbiano fatto) di violare le leggi dello stato nel loro e nel Tuo interesse, ma appare riprovevole che la gente (da anni) si becchi galera e condanne per servire e proteggere un “CESARE” che non ha il coraggio di prendersi le sue responsabilità davanti alla Legge e alla pubblica opinione […]

   Gioele Magaldi
P.S. Che non venga in mente al Fratello Silvio Berlusconi e/o al Fratello Gustavo Raffi e/o a qualche loro scagnozzo o cortigiano di intraprendere azioni improprie e illegali nei riguardi di nessun membro di Grande Oriente Democratico… Primo: non siamo gente che “porge l’altra guancia”; secondo: per ogni “azione” simile c’è il rischio di una reazione dieci volte più incisiva e dolorosa; terzo: credeteci, non ci sono le condizioni internazionali perché vi possiate consentire “certe libertà”. Rischiereste di farvi molto, ma molto male e di screditarvi definitivamente dinanzi a chi vi osserva e vi giudica, con la piena autorità per farlo. E la forza necessaria a sanzionarvi pesantemente.
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giovedì 22 luglio 2010

Trenitalia versus Lega

Questi treni pieni di controllori komunisti
(... che tartassano i poveri e laboriosi leghisti)



SCENA N°1)
Bella questa: siamo nel mitico nord-est, nel Veneto della Lega che ciancia su Roma ladrona (salvo difendere gli splafonatori del latte).
... Siamo a Palazzo Ferro Fini, dove Santino Bozza (consigliere regionale della Lega), si è lamentato perché -avendo esibito un biglietto non obliterato- è stato multato da Trenitalia.

SCENA N°2)
Santino ha spiegato che lui con i controllori è stato gentile e premuroso. Che non ha cercato di sfruttare il fatto di appartenere alla casta politica. Ma che i controllori sono stati ugualmente “fetenti”.
... E ha aggiunto che “quando si presenta l’occasione non capiscono più niente… hanno la percentuale sulla multa”.

SCENA N°3)
Ebbene, in questo momento lo sfogo del povero Santino è appena finito. Ed ecco che si alza Franco Bonfante, del Partito Democratico, che gli chiede a bruciapelo: “Ma è vero che ha chiesto al controllore se era comunista?”.
… E a questo punto il leghista, sempre gentilmente, sempre senza scomporsi, senza fare una piega, come fosse una cosa normale, ammette candidamente : “Si, gliel’ho chiesto”.