sabato 11 gennaio 2014

L'ALBA DEL FEMMINISMO

Nell’italietta degli anni ’70 le femministe (che allora erano poche ed esclusivamente di sinistra), venivano ridicolizzate con ogni argomento. Si insinuava che fossero tutte brutte, isteriche, e sciatte; si preferiva credere che fosse questo il vero motivo per cui queste “insoddisfatte” non trovavano pace.

E dunque si sosteneva che non erano gli uomini ad essere prepotenti, ma piuttosto erano loro che erano diventate acide ed insopportabili, e quindi giustamente trascurate da tutti (anche dalla maggioranza della altre donne, che all’epoca non erano interessate ad emanciparsi, e tanto meno a formarsi una coscienza politica).
… Ma poi sono arrivati gli anni ’80 (che generalmente sono considerati gli anni del disimpegno), ed evidentemente a qualcosa il nuovo decennio è servito: ad esempio a dimostrare – se ce ne fosse stato bisogno – che di belle donne ce n’erano anche a sinistra, com’era logico ed ovvio. Non solo: si capì che all’occorrenza, e senza farsi tante paranoie, le donne di sinistra sapevano ballare, cantare, ed esibire con dignità (oltre al loro cervello), anche la loro “carnale mercanzia”. Senza per questo tradire la fede nella assoluta parità dei sessi.

Ad esempio: A.P. (classe 1961), è stata - anzi, è ancora - una icona del femminismo. A lungo questa pioniera è stata definita “la coscia lunga della sinistra” (per via delle sue gambe mozzafiato). Ancora oggi la signora non perde occasione per ribadire che lei non può tradire i valori che le sono stati trasmessi dal padre partigiano. E recentemente ha dichiarato di aver votato anche alle ultime elezioni politiche per il centro-sinistra, smentendo di essersi lasciata contagiare dal grillismo (come si era creduto in un primo tempo).
 
Alcuni video su Youtube ci restituiscono questa suffragetta così com’era quando ha iniziato la sua carriera come cantante. Allorché, ancora molto giovane, arrivava sul palco con spacchi vertiginosi e un’aria altezzosa, per cantare (tra un urletto e un cuoricino), un delizioso brano: “Only Music Survive”.
Inutile dire il nome completo di questa pioniera, perché nei video
(basterà cercare il brano appena citato), è riconoscibilissima. E bisogna dire che, anche se è passato molto tempo da allora, lei è rimasta sempre uguale negli anni (unica differenza: all’epoca il suo "davanzale" era molto discreto, nulla di paragonabile a quella specie di “abuso edilizio” che – come sia e come non sia - si è visto dopo qualche anno!).
… Evidentemente,  quando cantava quel brano, la fanciulla era troppo giovane e  non aveva ancora completato lo sviluppo. O forse è come la raccontano le sue amiche: ad un certo punto, insoddisfatta dei suoi balconcini, ha pensato di cambiare dieta. Quindi avrebbe buttato giù molta frutta e verdura, pare. Per cui: una grossa arancia oggi, una bella fetta di melone domani, ed ecco che il davanzale ha avuto come una esplosione di gioia. Quando si dice il potere delle vitamine!


                
Il brano “Only Music Survive” appartiene al generosissimo filone “Italo-disco”. Negli anni ’80 molti artisti italiani (Gli Easy Going, i fratelli La Bionda, Baltimora, Reeds, Scotch, Den Harrow, Ken Laslo, Giorgio Moroder, Valerie Dore, Gazebo, Mike Francis, Ryan Paris, e molti altri.), sono riusciti a piazzare in giro per il mondo la loro fantasticissima musica dance. Erano così bravi che talvolta si dava per scontato che non potessero essere cresciuti a pane e mortadella come noi. Ed è capitato che alcuni di loro, oltre a darsi nomi strani ed esotici, hanno finto di non saper parlare italiano, per farsi credere stranieri e dunque darsi un’aria internazionale e meno provinciale.
... Morale: molti italiani quando andavano in discoteca non sapevano di ballare con entusiasmo brani che erano stati scritti e cantati da nostri connazionali: da gente che fino al giorno prima aveva cantato nel coro della chiesa o servito nel bar degli anziani per ottenere qualche mancia.

lunedì 6 gennaio 2014

SE DIO E' MORTO, DARWIN PURE

Se la Befana non esiste, che dire di Gesù Bambino e dei re Magi? Se qualche cattolico crede ai miracoli di Medjugorje (che la Chiesa Cattolica per il momento non riconosce), che dire degli atei bolscevichi che hanno creduto nel comunismo fanatico e assassino? Ancora: se credere nell’infallibilità del Papa non ha senso, che dire di chi crede agli Ufo, alle scie chimiche, o agli spiriti maligni? E non ci dovremmo forse preoccupare di chi, nel nome del razionalismo ateo, crede nel darwinismo sociale?
… Su Facebook ho partecipato ad una discussione in cui qualcuno metteva in ridicolo i cattolici e la Bibbia. Non essendo io né credente né ateo (ma agnostico), mi rendo conto di quanto sia pericoloso trasformare certi argomenti in un pollaio inconcludente. E dunque mi sono intromesso per dire come la penso. Praticamente sostenendo quanto segue.



1) Nel corso della Storia ateismo e Fede hanno entrambe alimentato tante (troppe), idee ridicole e infami. Ed entrambe hanno scatenato troppo spesso odio, morti, guerre, e quant’altro. A noi tutti (atei, credenti,indifferenti, o agnostici come il sottoscritto), spetta il compito di riportare la calma. Affinché la discussione diventi un momento di dialogo, e non si trasformi in un pollaio meschino, chiassoso, e inconcludente.
Intanto: non è vero che i cattolici sono tutti bigotti e gli atei son tutti concreti e razionali, così come non è vero che i cattolici sono tutti sensibili e gli atei sono tutti materialisti. Sia in un campo che nell’altro possiamo trovare tutto e il suo contrario.
Ad esempio: molti cattolici - probabilmente la stragrande maggioranza -sono favorevoli ai rapporti prematrimoniali, al divorzio, e addirittura all'aborto (sebbene, questo ultimo, sia considerato dalle gerarchie cattoliche un omicidio). D'altra parte, anche all'interno del mondo "ateo" potremmo trovare gente che crede al complotto ebraico, all'omeopatia, alle scie chimiche, al metodo Stamina, ai segni zodiacali. E infatti, incredibile ma vero, ai giorni nostri tanti atei pro-aborto (spesso di sinistra), considerano invece un crimine odioso uccidere un pollo, e per questo sono diventati vegani. Per non parlare di quegli atei che considerano normale (magari nel nome del divino Darwin), fottere il prossimo!

2) Immaginare un mondo in cui gli atei vedono le cose in modo obiettivo e i devoti credono ancora alla befana, è quanto meno un po’ semplicistico. Perché, insomma, i cattolici non sono allineati sempre e comunque coi vertici della Chiesa (come ci piacerebbe immaginare per detestarli meglio), e dunque non è corretto attribuire loro certe idee, magari allo scopo di renderli più ridicoli. Peraltro, nel campo avverso, molti diventando atei hanno adottato filosofie più dogmatiche di prima, e assunto atteggiamenti più rigidi che mai (perché si da il caso che costoro hanno smesso di andare in chiesa, ma prima o poi hanno desiderato e predicato altri paradisi insulsi e ridicoli: quei paradisi che se un tempo erano – poniamo – il socialismo e il comunismo, oggi si chiama scientismo, New Age, o qualche altra trovata del genere).

In quanto a chi dice che la Bibbia racconterebbe solo fregnacce: tutti dovrebbero ormai sapere (io lo so da quando sono bambino), che la storia di Adamo ed Eva non è considerata dalla stragrandissima parte della Chiesa né un racconto storico, né un saggio scientifico. Perfino "Famiglia Cristiana" spiegò molti anni fa che Gesù non è nato il giorno di Natale, che i magi non sono tre, eccetera. D'altra parte dovrebbe essere ormai pacifico che per la Chiesa la Bibbia non deve essere presa alla lettera.
... Morale: siccome non siamo (per fortuna!), nella Russia dei bolscevichi, nella Cina di Mao, o nella Cuba dei Castro, quando si descrive l'altro (avversario, o nemico che sia) diventa controproducente esagerare. Altrimenti c'è il rischio di perderela nostra credibilità. Che non è poco.

3) Gli atei che citano la Bibbia per metterne in ridicolo alcune affermazioni assomigliano molto ai testimoni di Geova. Questa setta cita i passi (in lingua italiana), della Bibbia. Proprio come se quella fosse stata davvero scritta da nostri connazionali. D’altra parte, la Chiesa sa (e, seppur a denti stretti, qualche volta lo ribadisce), che perfino San Paolo parla del "primato della coscienza". E dunque, citare il tal comandamento o il quell'altro precetto, vale quel che vale: poco o niente.
… Non a caso la Chiesa ha stabilito alcuni criteri per leggere i cosiddetti testi sacri. Ad esempio affermando questo:
«... Per comprendere l'intenzione degli autori sacri, si deve tener conto delle condizioni del loro tempo e della loro cultura, dei “generi letterari” allora in uso, dei modi di intendere, di esprimersi, di raccontare, consueti nella loro epoca. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa nei testi secondo se sono storici o profetici, o poetici, o altri generi di espressione ...».

4) Se è vero che Santa Romana Chiesa ha molte colpe, pur tuttavia non possiamo attaccarla con argomenti sciocchi e penosi. Altrimenti loro avranno gioco facile a smontare i nostri discorsi con qualche parolona. Fra l’altro: se il clero usa il "latinorum" non è per caso, o perché hanno fatto il classico. In realtà loro ci giocano, su questo. Intanto perché sanno che molti non conoscono quella lingua morta. E poi perché sanno che il latino intimorisce, conferendo loro quella (finta) serietà e quella (fasulla)autorevolezza che viene da certe fumoserie. In quanto alla Bibbia: da agnostico non saprei definirla, e neppure mi interessa: io che amo questo libro (meglio: questa raccolta di libri), sono interessato solamente a non vederla insultata con discorsi che reputo puerili.
Se infatti è puerile che un credente voglia citarne un passo per dimostrarne la (presunta) grandezza, è altrettanto puerile che un ateo la citi per dimostrarne l'arretratezza (… sai che novità! Sai che scoop!).

… Inoltre: se qualcuno crede ad Adamo ed Eva perché lo dice la Bibbia, è un problema suo (la Chiesa non vieta di pensarlo, su questo oggi non fornisce risposte precise). E che la Chiesa lo abbia insegnato nel passato ha ormai una importanza relativa (col latinorum, o con qualche funambolismo verbale, questi riescono a giustificare perfino certi crimini, altro che la teoria creazionista!).

5) Uno, volendo, può credere che per combattere il clericalismo basti raccontare la barzelletta del prete che si ciùla il chierichetto. Un altro può pensare che basti leggere il versetto dell'Antico Testamento in cui Dio comanda agli ebrei di "sterminare uomini, donne, bambini, e animali" (questo passo esiste davvero). Un altro ancora può pensare che basti raccontare del prete che ha visto coi suoi occhi comperare dieci video porno in un colpo solo. Io, invece, penso che dopo tanti secoli in cui la gerarchia cattolica ha tiranneggiato in lungo e in largo, avremmo dovuto capire che prima di affrontarla bisogna almeno armarsi. E non con fucili di latta che ci scoppiano in mano!
Non possiamo farla più semplice di quel che è, polemizzando facile facile! Magari certi discorsi funzionano quando si parla tra di noi non devoti, ma se vogliamo mandare in crisi i baciapile e i clericali bisogna (a mio modesto parere) studiare un po' di più. Anche sulla presunta "infallibilità" del Papa bisogna considerare che di quel dogma ormai la Chiesa parla se costretta a ciò dagli atei. E il motivo è chiaro: i preti se ne vergognano, anche se non lo ammettono. Quella teoria la ribadiscono controvoglia, con molte peripezie verbali, con mille precisazioni e 10milla contorsioni.
… Inoltre: che il loro "teologare" sia un giochetto per incantare i polli è cosa fin troppo ovvia. Ma dev’essere chiaro che in ogni caso non sono così sciocchi da dire: "noi siamo infallibili". Anzi, se serve ribadiscono che “tutti gli uomini prima o poi sbagliano, tutti gli uomini sono peccatori” (… per poi precisare che tuttavia, comunque, però, però, però, etc. etc.).
E noi, se vogliamo incastrare questi furboni , dobbiamo sapere almeno cosa vuol dire "infallibilità ex cathedra". Tanto per cominciare.

6) A proposito di infallibilità “excathedra”: la mia sensazione è che gli argomenti con cui i clericali spiegano questo dogma, siano adatti più ad un illusionista che ad un uomo di Fede. Inatti lo giustificano con lo stesso zelo e la stessa enfasi di un  prestigiatore. Un po’ come quando l’illusionista sembra compiere degli ampi gesti con la mano, e tu pensi "che eleganza!" (ma ecco, proprio con quel gesto lui ti ha fregato, perché non ti sei accorto che con l'altra mano ha tirato fuori qualcosa dalla tasca!).
E comunque: io non accuserei di queste furbate tutta la Chiesa (anche per non dare corda a certe giustificazioni che ben conosco e che allungano solo la polemica!).
… Io (ma è solo il linguaggio che preferisce il sottoscritto) preferisco parlare in certi casi di "gerarchia", altre volte di "Vaticano", altre volte di "Santa Romana Chiesa", eccetera. Esattamente come quando parlo di cattolici col K (i  "kattolici"), e cattolici con la "c" (i "cattolici non fanatici"). Questo per non dare l’impressione di voler generalizzare, e per esprimere diversità di giudizi che andrebbero sottolineati sempre e comunque.

           Natale Pellizzer

domenica 5 gennaio 2014

QUELLI CHE L'INDIA


In India (il Paese della “Grande Anima”), una ragazzina di 12 anni è stata più volte stuprata, e infine bruciata (come si faceva un tempo con le “streghe”).
La violenza sulle donne, in quel Paese, sta preoccupando seriamente il Governo. E i casi di stupro continuano, nonostante le proteste e le manifestazioni.

Considerando quello che un tempo l'India rappresentava nell'immaginario collettivo,  ho cinguettato lanciando un tweet in cui chiedevo: L'India dei #femminicidi è il famoso #paradiso pieno di guru, vacche sacre, e Gandhiani, dove gli idioti nei '70 cercavano l'iilluminazione?