domenica 21 novembre 2010

SESSO & POTERE

Ecco le ultime parole famose sulle mutandine della ministra Carfagna (ma le porta?). Ed ecco le ultime parole famose sul Papa che finge di aprire al preservativo (quasi consentito a prostituta/o, il preservativo resta peccato per il cliente che lo indossa: sai che novità!). 

Ecco le ultime parole famose su Berluska amico del Dell’Utri, che a sua volta era amico di Mangano (dicono di non aver saputo che Mangano era un mafioso: adesso che glielo abbiamo detto Dell'Utri ribadisce lo stesso che per lui è stato “un eroe”!)

Infine: ecco le ultime parole famose su Dino Boffo (condannato, checché ne dica il cardinal Ruini); sul ministro Maroni (che ha bisticciato con Saviano); sul burqa tollerato da certi kattolici (ma non da certi islamici).

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1)  Parlando di rapporti tra la 'ndrangheta e la Lega al nord, Saviano ha fatto infuriare il ministro leghista Roberto Maroni. Ecco cosa ha voluto sottolineare (su “Il Fatto Quotidiano”), Marco Travaglio: «Basta così poco per mandare in bestia il ministro dell’Interno Maroni il quale, poveretto, pensa di essere lui ad arrestare i mafiosi latitanti, e non invece le forze dell’ordine a cui il suo governo taglia i fondi e i magistrati di Palermo e Napoli che la sua maggioranza insulta giorno e notte quando processano Dell’Utri o vogliono arrestare Cosentino»

2)  A proposito di Marcello Dell’Utri (amico di Berluska), e a proposito delle motivazioni della sentenza d’appello che lo hanno condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, ecco come ne ha parlato (su “Repubblica”), Francesco Viviano: «Berlusconi pagava Cosa nostra e taceva. Pagava attraverso Marcello Dell’Utri in stretto contatto con gli esponenti di primo piano della mafia. E’ un’altra conferma delle ‘relazioni pericolose’ di Marcello Dell’Utri e della consapevolezza di Silvio Berlusconi di pagare per evitare attentati e minacce…».

3)  Nella sospensione per tre mesi inflitta a Vittorio Feltri, il cardinal Ruini ha voluto vedere una riconferma della sua tesi. E cioè: che erano inconsistenti le accuse mosse al suo amico Dino Boffo (di essere un molestatore e un ghéi). 
... Ma Vittorio Sgarbi (su “Il Giornale”), ha avuto da ridire: «Feltri è stato sospeso per tre mesi, ma Boffo è stato condannato penalmente a sei. Una condanna penale. Dunque vi sono accuse riconosciute, non inconsistenti come afferma Ruini. E perché é stato condannato Boffo? Ha certamente molestato, anche nella incertezza della finalità, una donna, moglie di un amico… Vogliamo dunque chiarire, senza reticenze le ragioni della condanna? Per i tre mesi di Feltri lo sappiamo, per i sei mesi (condanna penale) di Boffo si sono alzate le cortine fumogene…».

4)  Il Papa (questo tiranno medievale), dice che se una donna vuole portare il burqa deve poterlo fare. E sarebbe bello capire se le guardie svizzere lascerebbero entrare in Vaticano chi si camuffa come un fantasma. Ad ogni modo, a fargli notare il controsenso ci ha pensato un islamico famoso. Precisamente Mario Scialoja, che intervistato da Rosalba Castelletti (per “Repubblica”), ha voluto fare alcune precisazioni sul burqa: «Non si tratta di un abbigliamento islamico, ma di una veste tribale… è contrario alla legge italiana sulla sicurezza perché impedisce l’identificazione, e il primo passo per integrarsi in un Paese è rispettarne le leggi… indossare il burqa non è un obbligo islamico…».

5)  Dunque dicono che il Papa abbia aperto al profilattico. Niente di più falso. 
Ecco alcune osservazioni (su “Il Giornale”), di Marcello Veneziani: «…L’esempio papale di pre­servativo tollerato è in verità un po’ parti­colare. Non lo riferisce al maschio, ma alla donna, e non alla donna in amore, ma alla prostituta... Alla peccatrice è ammesso l’uso del preservativo come attenuante; alla vita di coppia non si sa. Secondo il Papa, nel caso citato, il profilattico “può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità” verso la consapevolezza che “non tutto è per­messo e non si può fare tutto ciò che si vuole”. Dunque, il profilattico è accetta­to come freno più che come libertà, co­me monito più che via libera al piacere. Un lattice di rimorsi e non di licenza». 

6)  Quando pensa alla dimissionaria Mara Carfagna (la show-girl diventata ministra di Berlusconi dopo essere finita sui calendari con i capezzoli al vento), Paolo Guzzanti vede riconfermate le sue tesi su quella che lui chiama la “mignottocrazia”. Ecco, intervistato da Malcom Pagani (per “Il Fatto Quotidiano”), cosa ha dichiarato su di lei: «Con gli anni è diventata una zarina, un boss vecchio stile che agisce con spietata determinazione… Trovai in rete delle sue immagini sul crinale della pornografia. Foto davanti alle quali un lettore si poneva una sola domanda: “Ma questa fanciulla, porta o non porta le mutande? C'era uno stridore tra le istantanee e l'essere ministro. Mara si veste come un'orsolina in abiti civili , declama intenzioni conventuali, osteggia il Gay pride. E' assolutamente ridicolo. Nessuno ti crocifigge per essere stata abbracciata al palo di una discoteca con i capezzoli bagnati, però dopo non venire a tormentarci ululando come una comare indignata: “signora mia in che tempi viviamo”… Mentalmente, è un'oscurantista. Ignora che l'omosessualità è una delle varianti umane… E’ molto astuta e ha la faccia più bronzea delle statue di Riace: “Posai per quelle foto e ne sono contenta perché i miei nipotini potranno dire 'mamma mia com'era carina nonna da giovane'”, forse i nipoti ne faranno un uso diverso, meno elegiaco…».


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domenica 14 novembre 2010

I conti della serva

Quel marpione di Marchionne ha spiegato che le attività Fiat in Italia sono in perdita per difetto di produttività. E ha aggiunto che – se potesse – lavorerebbe esclusivamente all’estero.
… Ebbene, Duccio Valori (ex direttore centrale dell’Iri), ha scritto su “Il Manifesto” che le cose non stanno esattamente così. E che vanno precisate bene. Altrimenti i conti non quadrano.



Dall’articolo “Marchionne e l’Italia, i conti non tornano”
(di Duccio Valori, per “Il Manifesto”)

«… Le nuove multinazionali, come Fiat, sembrerebbero avere adottato un modello consistente nel concentrare le spese di ricerca e sviluppo e i costi di sede centrale (tra i quali il non trascurabile emolumento del Marchionne), presso il paese di origine (nel caso l’Italia), mentre gli utili verrebbero realizzati in paesi terzi, come il Brasile, la Polonia o la Serbia, dove le condizioni offerte agli investitori sono – o sembrano – nettamente più favorevoli. Non c’è quindi da stupirsi se, in questi casi, i risultati italiani sono nettamente peggiori di quelli delle “fabbriche” estere, dove la manodopera costa meno e i progetti arrivano direttamente dalla casa madre, che sostiene tutti i costi che sono stai incontrati per mettere a punto i progetti stessi…».


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Le ciàcole del Carroccio

Si pensava che i sindaci del Carroccio fossero, almeno, bravi a governare sulle loro contee. Invece sanno solo organizzare le feste del cotechino. 
Non per niente Alessandro Robecchi, sul quotidiano "Il Manifesto", li ha fulminati con quattro parole.

… E ha ragione da vendere. Per dire, nel Veneto di Luca Zaia la Lega aveva fama di essere "radicata sul territorio". E infatti s'è visto, dopo le alluvioni, che ne è stato di questo loro amato territorio: la regione fa acqua da tutte le parti. E il governatore Zaia annega nello straripamento delle sue belle ciàcole.



Dall'articolo "La Lega straripa e il territorio annega"
(di Alessandro Robecchi, per "Il Manifesto")

«...Già, cos’hanno fatto per il territorio, la sua bonifica, la sua messa in sicurezza, la sua salvaguardia tutti quei sindaci e amministratori così impegnati a scrivere i cartelli in dialetto?... Mentre a Roma i gloriosi padani appoggiano il governo Bunga Bunga, nelle loro terre, in Veneto, i fiumi straripano alla grande, le città si allagano tipo Venezia, capannoni, laboratori e fabbrichette sono inagibili. Niente male come controllo del territorio, la tanto sbandierata specialità dei leghisti, che questa volta, perdonerete la metafora, ha fatto acqua da tutte le parti. Il governatore Zaia con il cappello in mano chiede un miliardo all’odiato stato centrale: il Veneto ai veneti, per carità, ma gli schei che vengano da Roma…».


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sabato 6 novembre 2010

Luca Zaia sotto acqua

Il governatore del Veneto Luca Zaia fa acqua da tutte le parti. E se la prende con quelle che chiama le "calamità naturali"
... Ma viene smentito - dice il quotidiano "L'Unità"- da quelli che se ne intendono.


Vittorio Emiliani, su "L'Unità", ha scritto: «Di recente l'Istat ha collocato il Veneto fra le tre regioni italiane con la massima concentrazione edilizia, case e capannoni, tanti capannoni da far esclamare nel 2003 all'allora presidente Renzo Galan "Basta capannoni!". Un grido senza alcun seguito pratico. Sempre l'Istat definiva la pedemontana veneto-lombarda (in termini meno tecnici, la un tempo splendida collina di Piovene e di Parise), una delle zone più cementificate e asfaltate d'Italia. Basta scendere in aereo su Venezia: il continuum edilizio è agghiacciante senza uno spicchio di verde in mezzo, per centinaia di chilometri da Venezia-Mestre-Padova, ormai saldate, alla Lombardia. Ed è, per lo più, edilizia "legale", eretta in base a piani urbanistici sforacchiati da continue varianti. Perché un territorio collinare così maltrattato dovrebbe 'tenere' con le piogge autunnali o primaverili? Difatti le alluvioni, qui e altrove, sono ormai permanenti».

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lunedì 1 novembre 2010

In prima serata no

Annàmo bene. Nei giorni del Ruby-gate Alfonso Signorini ha avuto la bella idea di fare il moralista. Proprio lui, il tipetto che quando si è ritrovato in mano la cassetta di Marrazzo non ha denunciato la cosa (come avrebbe dovuto), ma ha preferito raccontare tutto quanto alla Marina Berlusconi (che ha riferito ogni cosa al Premier, che a sua volta ha contattato lo sprovveduto Marrazzo per suggerirgli di "comprare" il silenzio dei possibili accusatori).

Incredibile ma vero: Alfonsina "la pazza" (così lo chiamano quelli di Dagospia), ha pensato bene di ergersi a moralizzatore nazionale. E durante il programma "Grande Fratello" ha attaccato un concorrente (sedicente gigolò), che stava spiegando di aver intrapreso quell'attività perché stanco di fare l'uomo di fatica.

Ebbene sì, proprio Signorini (che il lavoro non sa neanche cosa sia), ha interrotto il ragazzo con queste precise parole: "Non si può legittimare la prostituzione, non in un programma di prima serata".
... E a questo punto, giusto per capire, una domanda sorge spontanea: caro il mio Alfonso che ti proclami kattolico e berlusconiano allo stesso tempo, con la tua protesta volevi forse dire che certe cose si fanno casomai in altro orario? Magari pure a Villa Certosa, e con Apicella di sottofondo?).


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Zucche d'Halloween


Per la serie "zucche vuote e ghignose": evviva Umberto Bossi che non riesce a vedere lo scandalo del Ruby-gate, evviva Berlusconi che garantisce: "A casa mia entrano solo persone per bene". Evviva l'ex repubblichino Giorgio Albertazzi che adesso si spaccia per anarchico (Salò fu "azione quasi di estrema sinistra"). Evviva Ratzinger che ci ha spiegato cosa sia il vero amore (proprio nei giorni delle proteste per i silenzi della Chiesa sui pedo-preti)




1)  Stai a vedere che Salò fu fatta dai komunisti. Sul “Corriere Della Sera” Giorgio Albertazzi (intervistato da Caterina Barone), ha spiegato che  «Ora in Italia non esiste una vera destra e nemmeno una sinistra… C’è solo una grande confusione politica».
… Annàmo bene, parla di confusione lui, l’intellettuale dei miei stivali che così descrive il suo passato fascista: «Io sono anarchico di centro. Mai stato di destra. Anche la mia partecipazione attiva alla Repubblica di Salò è stata un’azione quasi di estrema sinistra. Eravamo antipapa, antire, propugnatori di una carta del lavoro».

2)  Nei giorni del "bunga-bunga" (e delle preteste per i silenzi della Chiesa sui preti pedofili), Benedetto XVI ha spiegato cosa è diventato, secondo lui, l'amore: «E' ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto di se stessi e degli altri. Così è molto amore proposto dai media e da internet. E' egoismo, chiusura, illusione di un momento, qualcosa che vi lega come una catena, qualcosa che soffoca il pensiero e quella forza insopprimibile che è l'amore vero che, certo, costa anche sacrificio».

3)  A proposito del bunga-bunga. A proposito delle feste in casa Berlusconi. Il papi-Premier ha dichiarato: «Sono una persona di cuore... a casa mia entrano solo persone per bene che si comportano correttamente».
... E certo, come no. Infatti nelle sacre stanze entrano gli indagati per presunto favoreggiamento della prostituzione (Emilio Fede e Nicole Minetti). Entrano certi pregiudicati che te li raccomando (come Previti e il Dell'Utri). Entrano le minorenni spiritate (Noemi Letizia), gli indagati per droga (Tarantini), le escort con il registratore in tasca (la D'Addario). E naturalmente entrano i maschiacci tipo Lele Mora e Alfonso Signorini (e per fortuna che secondo lui "quelli lì" stanno tutti a sinistra!).

4)  Umberto Bossi, nei giorni del Ruby-gate (e delle zucche, visto che siamo pur sempre a Od Halloween), ha dato del suo meglio. Ecco l'unica cosa che ha saputo dire il Senatùr sull'ultimo scandalo del suo alleato Silvio: «Io non so niente. Mi pare che non ci sia niente di penalmente rilevante... Però è chiaro che Berlusconi doveva essere un pò più furbo, quella telefonata in questura poteva farla fare ad un altro... Poteva chiamare me, o Maroni... La verità è che gli scandali sono altri. Per esempio, quello del concorso per i notai: quelli di Roma e del Sud avevano già il tema in mano...».
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