domenica 31 luglio 2011

NATURA MATRIGNA

Siamo tutti nella stessa barca. E dunque, è meglio inseguire (assieme, appassionatamente),  il Progresso e la Civiltà. Magari dopo aver buttato a mare, definitivamente, il mito (fasullo) di Madre Natura. 
... Già, la Natura. Bella quella! La Natura matrigna, con la sua unica legge: la legge della giungla.

La Natura è matrigna. Tanto vale andare - tra fratelli - d'amore e d'accordo. Dobbiamo almeno provarci, visto che alla barbarie della foresta preferiamo la Pace e la Democrazia. 
... Dobbiamo almeno provarci. Visto che perfino una scimmia riesce, trasgredendo le cosiddette "leggi naturali", a solidarizzare con un cucciolo di cane (nel video più sotto lo allatta pure!).

Quanto a noi umanoidi, tanto vale riconoscerlo: i razzisti che difendono la purezza del sangue nel nome dei presunti "diritti naturali" sono capaci solo di seminare l'odio.
... E sia chiaro: non sono razzisti solo quelli che odiano il "nemico" dell'altra tribù. Sono razzisti (e trogloditi), anche quei ruffiani che aiutano solo gli “amici”. Sono razzisti tutti quegli inciucioni che aiutano solo chi è del loro clan (magari sperando, egoisticamente, di averne un "ritorno").

Lo dice anche la Bibbia che dobbiamo disobbedire agli istinti dell'animale che è in noi.
... E infatti nel Vangelo
(Matteo 5:46,47), possiamo leggere: « Se amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani così? E se fate accoglienza soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto?».
 

       Una scimmia allatta un cucciolo di cane

Altri post come questo sono sul mio blog principale, sul mio blog-soggiorno, e infine sul mio blog-archivio. Segnalo, infine, il blog di Roberto Virale Camoni ("Fiero & Positivo")

mercoledì 20 luglio 2011

BRAVI RAGAZZI

Se abbiamo creduto a due spiritati trafficoni come Bossi e don Verzé, allora ci meritiamo di andare via con loro (verso il fallimento totale)


Tutti e due questi sbruffoni hanno giocato a fare il "piccolo chimico", con la scusa della religione e della Fede. Infatti, mentre il Senatùr si trastullava con le sacre ampolle, il prete cincischiava di voler trovare la pozione magica.
Adesso, finalmente, l’Umberto, è (secondo Luca Telese), un povero “bollito”, che infatti “perde colpi”. E si vede a occhi nudi: il Senatùr cambia più opinioni che mutande (l’ultima sbandata sul caso Papa: un giorno lo voleva in galera, il giorno dopo lo voleva libero!).
… E in quanto a don Verzè? Beh, c’è da chiedersi come sia possibile che il Vaticano non abbia mai pensato di mandare al rogo un prete che aveva dichiarato di voler trovare l’elisir di lunga vita. E tutto questo mentre nel frattempo lui si inciuciava sempre più con l’amico Berluska. Per non parlare di quella Nicole Minetti che nel suo “San Raffaele” faceva l’igienista dentale (prima di prendere il volo per altri lidi, la fanciulla, e prima di essere accusata di favoreggiamento della prostituzione, assieme a Lele Mora e a Emilio Fede)




Luca Telese per "Il Fatto Quotidiano"
«Stavolta Umberto Bossi è davvero bollito. Nessuno lo vuole dire, esplicitamente, dentro e fuori la Lega, ma moltissimi lo sussurrano a mezza bocca: Umberto Bossi perde colpi. Nessuno lo dice così, nemmeno fuori, perché teme di finire sotto il fuoco ustorio del politicamente corretto e perché è difficile dire che Bossi perde colpi perché automaticamente scatterebbe l'accusa di infierire contro una persona malata […].
Bossi è bollito perché i voti del Pdl sono fuggiti via, perché a Milano ha perso con la Moratti e perché a Gallarate ha perso con la Bianchi Clerici. Era il leader che le azzeccava tutte anche quando sembrava impossibile, adesso è quello che le sbaglia tutte, anche quando nessuno se lo aspetta».


Gianni Barbacetto per "Il Fatto Quotidiano"
«Gli piacciono il potere e gli uomini potenti, da Gheddafi a Fidel Castro, fino a Silvio Berlusconi. Li ha definiti, via via, doni di Dio, uomini della Provvidenza, così prepotenti e così simpatici. Sarà un caso che adesso abbiano tutti e tre, chi più chi meno, qualche problema sul groppone? Don Luigi Verzé, a novant'anni, sta subendo la stessa sorte, un triste declino, prima il buco finanziario del suo San Raffaele, ora anche il suicidio del top manager dell'ospedale, Mario Cal. Per don Verzé l'impegno di una vita è sintetizzato nell'invito evangelico "andate, insegnate, guarite". La Chiesa ambrosiana non l’ha capito, dapprima, tanto da infliggergli negli anni Sessanta la pena di non esercitare il sacro ministero e, negli anni Settanta, addirittura la sospensione a divinis […].
Quando poi c'è stato bisogno di dare una ripulita (e un titolo di studio) a una ragazza molto cara a Silvio, di nome Nicole Minetti, è stato don Verzé a trasformare la subrettina di Colorado Cafè in "igienista dentale" del San Raffaele, pronta per essere imposta come consigliera regionale nel "listino" bloccato di Formigoni e infine per diventare "incaricata della Presidenza del Consiglio" inviata a strappare la minorenne Ruby alla questura di Milano.
Il legame tra don Verzé e Berlusconi è fortissimo e di antica data. Parte dai tempi di Milano 2, quando la presenza del San Raffaele serve per far deviare dalla nuova portentosa città-giardino le rotte degli aerei in decollo e atterraggio a Linate. E arriva fino al progetto dei due, il settantaquattrenne Silvio e il novantenne Luigi, di trovare l'elisir di lunga vita, capace di prolungare l'esistenza terrena fino ai 120 anni. Nell'attesa, don Verzé ha costruito una sua rete di amici e sostenitori».


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