domenica 16 ottobre 2011

LA PIAZZA SENZA CAPI

Fare gli indignados è doveroso, ma non basta. Andare in piazza e urlare può essere necessario (ma da evitare se le idee sono poche e pure confuse). E invece vantarsi di non avere leader, organizzazione, e programma, è da deficienti (il risultato si è visto: gli infiltrati ti rovinano la festa)


Non affiderei l'Italia a dei giovanotti che urlano a squarciagola ma non sanno organizzare neppure una manifestazione. Che poi, un certo spontaneismo e una certa raffazzonata antipolitica, sono il terreno e l'humus dove i violenti si infiltrano perché si sentono a loro agio. Soprattutto se – a parte la rabbia, che sembra abbondare tra gli indignados - c'è poco altro di memorabile (le idee sul da fare sono poche e pure confuse, tra di loro).

Gli indignati, per quanto pacifici, sono così sciocchi da vantarsi di non essere "organizzati". E si direbbe che considerano un merito il fatto di non avere un leader. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: senza un minimo di criterio e di programma c'è tutto lo spazio per l'anarchia e per gli infiltrati. Prendano dunque atto, questi giovani ingenui, del fatto che la politica (come i poliziotti e le banche), sono indispensabili. Non conviene a nessuno alimentare un odio cieco e ottuso. Altrimenti, quando tutto viene lasciato alla piazza e agli umori della "ggente", può succedere quel che è successo. Dopo, è inutile piangere sul latte versato.

A proposito di latte versato: Heidi Giuliani (madre del più famoso Carlo), di fronte alle scene degli scontri a Roma ha esclamato: «Oh, no, di nuovo!». E invece suo marito Giuliano: «Si deve rispondere a una domanda più che legittima: perché non li hanno fermati?».
... Già, ma si potrebbe chiedere anche ai genitori di questi ragazzi (e ai genitori di Carlo Giuliani) la stessa cosa: perchè questi giovinastri non sono stati fermati dai loro genitori, magari provando ad educarli meglio?

Frattanto, a qualcuno bisogna togliere il vino. Giampaolo Pansa, sulle pagine di "Libero", ha scritto che i Black Bloc sono «una nostra vecchia conoscenza». A suo dire sono figli del '68 (ti pareva!).
... Di più: il vecchio rancoroso sostiene che lui li aveva incontrati già negli anni Settanta, quando marciavano «sotto le bandiere del Movimento studentesco».

Complimenti a Valentino Parlato, invece, che sul "Manifesto" ha cercato di minimizzare. Dispiaciuto ma non troppo, evidentemente. Che non si abbia ad esagerare, per carità: «A Roma ci sono stati anche scontri... Meglio se non ci fossero stati ma [...]. Aggiungerei: è bene, istruttivo che ci siano stati...».

Memorabile Nichi Vendola, che si è mostrato sinceramente addolorato di quanto è successo. Lui vuole che vengano individuati gli autori degli scontri. E ha chiesto di investigare per capire se per caso tra i Black Bloc ci fossero stati anche giovinastri di destra. Fondamentale, come no.

Nessun commento: