sabato 9 agosto 2014

L'ITALIA CHE ODIA ISRAELE


Se la mia compassione va ai palestinesi, la mia simpatia va ad Israele. E in quanto al tifo da stadio, per gli uni o per gli altri, quello lo lascio agli imbecilli (ce ne sono in Israele, a Gaza, e perfino in quella Italia che ha invaso l’Iraq: e noi l'abbiamo bombardato senza manco la scusa dei missili di Hamas, peraltro!)

Bisogna ficcarselo in testa: nell’immediato la soluzione al conflitto arabo-israeliano non esiste. Inutile cercarla. Come dire: è una missione impossibile.
... La prenderei più alla larga, e magari dovremmo chiederci cosa possiamo fare per approcciarci ad un simile conflitto con atteggiamenti più riflessivi e meno ideologici. Perché, guardando in giro per la rete, mi rendo conto che tutti rilanciano post che si limitano a dire quanto è brutta la guerra (troppo facile e inutile da parte di chi sta comodamente seduto davanti al computer!). Peraltro senza mai riuscire a proporre un qualche compromesso (questo bisogna cercare: non una soluzione - parola grossa! - ma un compromesso dignitoso per tutti).


Se dovessi dirla in breve:
la mia compassione va sicuramente al popolo palestinese, che soffre enormemente di più (non ai loro capipopolo, primi responsabili della situazione).
D'altra parte, la mia simpatia va ad Israele, che non difende solo i suoi confini e i suoi figli: colpendo i tunnel di Hamas, gli uomini-talpa e i kamikaze, Israele difende i principi e i valori che sono alla base della convivenza. E soprattutto colpisce l'orrore di una organizzazione terroristica che rende la vita difficile prima di tutto ai palestinesi (che indottrina fin da bambini, educandoli alla guerra e all'odio non solo per Israele, ma anche a noi occidentali tutti).
... E invece il tifo lo lascio agli imbecilli. Di entrambe le squadre: quella dei cretini che acriticamente difendono i coloni, con la scusa che gli insediamenti sarebbero solo una misura “momentanea” (come se le case avessero le ruote!), e quella dei somari che acriticamente difendono i palestinesi (si ricordano che fine hanno fatto Vittorio Arrigoni e Angelo Frammartino, uccisi per mano dei loro "amici" palestinesi?).


Possiamo girarci attorno finché vogliamo:
Hamas è una organizzazione terroristica che non riconosce Israele,
e che sostanzialmente vuol solo difendere il suo fallimentare impianto ideologico e la sua fallimentare politica. Non è strano che Hamas faccia il suo lavoro di morte. Il fatto strano è che possa essere considerata forza di governo, che la si giustifichi con ogni scusa quando quei ceffi sfruttano i soldi (che mandiamo anche noi), per realizzare tunnel, comprare razzi, e “preparare” gli uomini-bomba (anziché per migliorare la vita della povera gente!).
... Ed è altrettanto strano che si pretenda da Israele che ignori tutto questo (come se i razzi fossero un giochetto per bambini e non strumento di morte!).


Capisco che è faticoso
istruirsi su cosa è Hamas, e chiedersi chi sono quelli di Boko Haram. Capisco che è faticoso informarsi su cosa avviene in Siria, in Libia, e nell’Africa degli scontri tribali e delle malattie come l'Evola. Capisco che non è divertente analizzare i discorsi dei califfi e dei vari Bulent Arinc (quello che non vuole donne che ridono in pubblico).
... Capisco che conviene fare i buonisti, e ci si rende antipatici a far notare, per esempio, che sugli esuli - quelli veri, ma anche quelli finti che buttano i documenti perché sono dei criminali - c’è tutto un lurido mercato (quello degli scafisti, quello del lavoro in nero, quello di chi li ospita a caro prezzo, quello di chi finge di aiutarli e invece li sfrutta politicamente, eccetera).

E dunque, se riflettere e documentarsi è così faticoso, è ovvio che conviene riproporre i soliti stolti e insulsi ritornelli che si sono imparati a memoria. Meglio dunque limitarsi a rilanciare foto e video di incerta provenienza e dall’incerto significato (ma di sicuro impatto emotivo!). Meglio esibire cartine geografiche dove la storia della Palestina e di Israele viene riassunta in quattro disegnini che di storico non hanno nulla (ma che ci assicurano tanti "mi piace" e tante "condivisioni").
... Per cui succede anche questo: che chi ha avuto la bella idea di occupare il teatro Valle a Roma (e il Leoncavallo a Milano), spesso e volentieri ha la faccia tosta di contestare gli Insediamenti di Israele. Quell’Israele che poi definiscono perfino “Stato nazista e terrorista”.

Finché noi (sazi e beati), parteggiamo per l’uno o per l’altro (manco fosse una partita in cui si tifa per una squadra o per l’altra), non facciamo altro che soffiare sul fuoco. E se giustifichiamo le aggressioni agli ebrei sparsi per il mondo (magari con la scusa che anche quelli, spesso, difendono Israele), allora sarebbe giusto che gli islamici sparsi per il mondo aggredissero tutti i turisti italiani che incrociano per strada.
... Ai loro occhi noi, in quanto italiani, abbiamo aggredito l’Iraq. Senza manco la scusa di avere i missili di Hamas che ci arrivano in giardino.

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