mercoledì 26 gennaio 2011

Il Vaticano che preferisce Silvio

Silvio Berluska zittisce il Vaticano (e le escort pettegole), con la sua solita (falsa), generosità. 
... Per questo i farisei d’Oltretevere (che non sono scemi, e temono il “metodo Boffo”), quando il premier bestemmia chiedono che si “contestualizzi” l'insulto. E quando invece il piduista offende il prossimo (donne, ebrei, malati di Aids…), si limitano a raccomandare maggior “sobrietà”.


Ma cosa potevamo attenderci da questi ipocriti? Se pochi giorni fa il Papa aveva ringraziato il governo Berlusconi per la sua difesa del crocefisso, gli altri cardinali hanno sempre auspicato la stabilità del suo esecutivo, con la scusa di scongiurare i pericolosissimi “salti nel buio”. E ci credo: il Berluska acciaccato e bisognoso di perdono è una pacchia per l’Oltretevere: un premier ricattabile è un premier pronto a sganciare soldi e favori.
... Anche il discorso del cardinal Bagnasco, com'era prevedibile, è stato tutto un dico/non dico. Lo ha spiegato molto bene don Paolo Farinella. E infatti, dopo aver definito il predicozzo di Sua Eminenza “un discorso decoupage senza anima e senza sentimenti”, don Farinella si è chiesto: “Come ha fatto a diventare cardinale uno che scrive e parla così?”.
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Don Paolo Farinella 
(a commento del discorso del cardinal Bagnasco)

Poco più di 6.500 parole sparpagliate in sette paragrafi e 15 pagine sono servite al cardinale Bagnasco, presidente della Cei, per dare una carezza al cerchio di Berlusconi e un colpo alla botte dei giudici, pretendendo di avere anche la moglie ubriaca.
Senza mai nominare espressamente l’uno o gli altri, nel più rigoroso stile clericale che si ammanta di retorica fumosa, l’eminenza non quaglia niente […].
Lo stile del linguaggio è il solito, àulico, infarcito di domande retoriche, incisi, citazioni e autocitazioni: un discorso «decoupage» senza anima e senza sentimenti. «Dico/non-dico – alludo/non alludo – punzecchio/ accarezzo».
… È difficile trovare affermazioni basate su «soggetto, predicato e complemento». La gravità tragica in cui versa il Paese esigerebbe una presa di posizione non equivoca e limpida sullo schema morfosintattico «soggetto, predicato e complemento» del tipo: «Silvio Berlusconi (soggetto) è (copula, per restare in argomento) un porco (predicato nominale). Noi (sogg.) vescovi (apposizione del sogg.) chiediamo (pred. verbale) le dimissioni (compl. ogg.) del presidente (1° compl. di specificaz.) del consiglio (2° compl.o di specificaz.)...».
Invece saltellando per monti e colline, con volto burbero e tisana calmante incorporata, il cardinale s’inventa addetto meteorologico: «nubi ancora una volta preoccupanti si addensano sul nostro Paese» (p.1 premessa).
Bisogna aspettare ben 10 pagine e arrivare al punto 5 per leggere questa prosa prosaica: «La desertificazione valoriale ha prosciugato l’aria e rarefatto il respiro. La cultura della seduzione ha indubbiamente raffinato le aspettative ma ha soprattutto adulterato le proposte. Ha così potuto affermarsi un’idea balzana della vita, secondo cui tutto è a portata di mano, basta pretenderlo. Una sorta di ubriacatura, alle cui lusinghe ha – in realtà – ceduto una parte soltanto della società».
Mi chiedo come ha fatto a diventare cardinale uno che scrive e parla così. Chiunque legga si domanda cosa abbia mangiato a pranzo per arrivare a simili arditezze[…]. Invitare alla sobrietà un satiro è come invitare un pedofilo in un asilo infantile; parlare di «evidente disagio morale» significa assolvere preventivamente tutte le ignominie del priapo di Arcore facendo finta di arrabbiarvi.
Non ci caschiamo, anche se ci siamo illusi che almeno i vescovi, che si sciacquano la bocca tre volte al giorno nell’acqua santa per pontificare di etica e di morale, di famiglia e di valori, avessero una coscienza e una dignità. Ora sappiamo che sono fuori non solo dal Regno di Dio, ma anche dalla nostra civiltà umana giuridica. Non hanno detto che adescare e corrompere minorenni è peccato così grave che non può essere perdonato né in cielo né in terra, memori delle parole del Signore: «Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all'uomo a causa del quale viene lo scandalo!»

          (don Paolo Farinella, 25 gennaio 2011)


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* Altri post come questo sono sul mio blog principale, sul mio blog-soggiorno, e infine sul mio blog-archivio. Segnalo, infine, il blog di Roberto Virale Camoni ("Fiero & Positivo")

2 commenti:

nheit ha detto...

se parlasse chiaro chiaro . se dicesse che andrà all'inferno il Capoporco, si metterebbe in disunione col Governo. la ChiesaVaticano non può mettersi in guerra o in lite critica coi Governi. con questo e con gli altri e con quelli che verranno. pensa : l'Educazione religiosa nelle scuole. le scuole private .via ai finanziamenti . le rendite senz Ici . le agevolazioni alle Paoline editrici.... le leggi sul diritto di famiglia aborti eutanasia staminali omossessuali conviventi e via- D'altro canto la Chiesa Vaticano non offrirebbe più al Governo il serbatoio dei suoi voti cattolici. Pellizzer. quello che conta è il POTERE . e i soldi . tutto l'altro è ..cosa è ?

Natale Pellizzer ha detto...

E' così. Non cambieranno. Per questo il mondo (che gira continuamente, anche quando loro restano al Medio Evo), prima o poi li seppellirà sotto il peso delle loro colpe.