Luigi De Magistris (attualmente indagato), s'è candidato con Di Pietro.
Intervistato da Daria Bignardi, il magistrato si è dichiarato amico di Beppe Grillo (a suo tempo condannato).
E non ha voluto spiccicare parola rispetto al comportamento del comico genovese (che ad Exit ha fatto il matto, parlando solo di quel che gli interessava, e andandosene senza accettare di confrontarsi, e senza dare spiegazioni).
Anzi, lo ha giustificato spiegando che questo stile di Grillo è -negli uomini di spettacolo- anche comprensibile.
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Su questa pagliacciata di Grillo il quotidiano della famiglia Berluskoni (il “Giornale”) ha pubblicato una mia lettera che ripropongo qui sotto (compresa la frase che hanno tagliato: quella a cui tenevo particolarmente, e che ho indicato in rosso).
Gentile redazione,
ad “Exit” il referendario Beppe Grillo si è lamentato per le sue firme che sarebbero misteriosamente sparite (in realtà non ha saputo o voluto raccoglierle come si deve!).
Il comico ha creduto di poterci imporre il suo insidioso monologo. Destreggiandosi furbescamente tra denuncia, satira, invettiva, pressappochismo, e becero qualunquismo. Salvo rifiutare poi il confronto, e andarsene senza avvertire.
Il comicante ci ha spiegato che siamo pericolosamente circondati da gentaglia già condannata: non si salva né il pubblico né il privato, e ci sono condannati anche in Parlamento, come dappertutto.
… Nessuno che gli avesse detto: scusa, Beppe Grillo, impara l’educazione! Impara a confrontarti democraticamente e a stare al tema! Sennò siamo costretti a ricordati che sei stato condannato per omicidio colposo plurimo.
Altre scoreggette come questa sono su NATALEtuttoL'ANNO, poi su NATALE OGNI DI’, e infine su FASTI & FASTIDI.
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