Sono il tuo fastidioso dirimpettaio. Questo è il mio blog-ripostiglio, qui infilo tutto quello che non trova spazio altrove. Quando non ci sono vuol dire che sono andato a cambiare l'aria negli altri miei blog. Intanto voi entrate pure, e fate come se foste a casa vostra. Solo una raccomandazione: dopo chiudete per bene la porta. Grazie.
mercoledì 11 marzo 2009
FANTOZZI SALVACI TU
PAOLO VILLAGGIO CONTRO IL PAPA E CONTRO DIO.
MA PURE CONTRO BENIGNI E CELENTANO (DEL PRIMO DICE CHE “NON FUNZIONA”, DEL SECONDO CHE E' “QUALUNQUISTA, E’ AGGHIACCIANTE”).
... SUL BERLUSKA, INVECE, IL COMICO E’ EVASIVO: SOSTIENE CHE SILVIO "NON MERITA ATTENZIONE" (ANCHE SE RICONOSCE CHE SAREBBE UN “ECCEZIONALE CANTANTE”)
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Dall'intervista a Paolo Villaggio
(di Giancarlo Dotto, per La Stampa)
* Paolo Villaggio, ha un'altissima opinione di sé?
«All'inizio avevo la certezza di essere un incapace assoluto. Scarso in tutto, anche con le donne. Improvvisamente, sono arrivati i primi riconoscimenti, poi tutto il resto. Alla mia età, mi trovo a dire: "Ce l'ho fatta"».
* Si poteva fare di più e meglio?
«Non ho un'autostima alla Berlusconi, lì siamo forse nel campo della paranoia. So bene i miei limiti. Ma mi basta confrontarmi con certe intelligenze. Quella di Fellini era irraggiungibile. La sua creatività mi lasciava sempre esterrefatto.
… Berlusconi l'ho conosciuto da giovane nelle crociere, lui pianista e cantante eccezionale, io pessimo intrattenitore che introducevo uno sconosciuto, un certo Faber, come chiamavo De André. Non l'ho mai usato come bersaglio Berlusconi, mi sembra che non lo meriti!».
* Gassman, tra i tanti amici evocati.
«Un uomo di una lealtà assoluta. Vittorio aveva la fama del mattatore un po' tronfio. Quando si entrava in un ristorante, sentivamo subito nell'aria questa antipatia che montava. "Ti sto sui coglioni vero?", mi diceva sempre, "Ma anche tu sai"».
* Antipatia anche molto coltivata.
«Sì, gli piaceva. A Roma, soprattutto, c'è quella bonomia di salutare tutti, di fingere un affetto che non c'è. I romani sono di una ipocrisia atavica, tipica papalina, di quando dovevano fingere di credere in Dio per la paura di essere impiccati».
* Lei non si sforza nemmeno di fingere.
«Ma perché, secondo lei il Papa ci crede davvero? Persone di così grande cultura possono bersi questa invenzione di Dio? … Ma come si fa a sospettare che una persona come papa Wojtyla, o un cartesiano puro, possano pensare che siamo a Nazareth, si presenta un angelo di quattro metri e dice alla Madonna "tu avrai un figlio dello Spirito Santo"? Questo bambino nasce e non si limita a dire "sono il Messia" ma dice anche "sono figlio di Dio". Motivo per cui lo crocifiggono. E allora poi si dice che è risorto. Mi dica lei se è pensabile!
… Questo Papa può fare solo una cosa oggi: via tutti questi paramenti medievali, questo lusso sfrenato e vestirsi alla francescana. Stile Gandhi …
* Tra i mattatori viventi, Roberto Benigni e Adriano Celentano.
«… Benigni è, come Beppe Grillo, uno straordinario entertainer. Ma tutto quello che i due dicono di straordinario, se lo metti per iscritto si perde, non funziona più. Le prediche di Celentano sono agghiaccianti, qualunquismo puro, a seconda di dove tira il vento…».
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