domenica 7 ottobre 2012

L'OGGETTO IN QUESTIONE

  Il quotidiano dei vescovi italiani ("Avvenire"), ha spiegato che Paolo Gabriele, essendo "aiutante di camera" del Papa, fino a ieri figurava nell' Annuario Pontificio come uno dei "familiari" di Sua Santitudine.
... Ora, siccome Santa Romana Chiesa strilla ogni santo giorno su cosa debbe intendersi per "famiglia", se ne deduce che il Vaticano stesso ha le idee parecchio confuse sul tema. E si capisce che sulla questione siano un pò schizofrenici: l'Oltretevere impone (e si autoimpone) il celibato e la castità. Poi, però, pretende di dettar legge su come si fa sesso. E ci insegna financo come ci si sposa e come si educano i figli. Con risultati, ovvio, davvero esilaranti.

  Frattanto: la condanna al "maggiordomo" del Papa (in verità assai mite, perché bisognava tenerlo buono nella speranza che non rivelasse altro di imbarazzante), è stata pronunciata "in Mome di Sua Santità Benedetto XVI, gloriosamente regnante". E solo dopo che il tribunale ha "invocato la Santissima Trinità".
Ma a questo punto uno se lo chiede: che giustizia è quella ha impedito al "corvo" Paolo Gabriele di aprire il suo cuore? Perché, insomma, bisogna ricordarlo: il maggiordomo sostiene di aver fatto tutto ciò per amore della Chiesa e del Papa. Sostiene di aver voluto far conoscere il marcio che circonda il Pontefice. 
E voleva dimostrare - questo infine l'asserito movente del suo crimine - che Benedetto XVI viene tenuto all'oscuro di tante cose, al fine di manovrarlo meglio. Ma quando stava per fare qualche esempio di questa sua convinzione è stato subito bloccato dal giudice Giuseppe Della Torre (che lo ha zittito con queste fulminanti parole: "La prego, s'attenga all'oggetto in questione!").
  Inoltre: che giustizia è quella che ha tenuto fuori dal processo le persone e gli ecclesiastici che "Paoletto" ha indicato come suoi confidenti, nonché ispiratori delle sue affannose ricerche? Che giustizia è quella che tira in ballo l'invisibile Spirito Santo, se anche Paoletto dice di aver rubato i documenti del Papa per ordine della Santa colombella?
... E infine: che giustizia è quella che parla un linguaggio medievale in cui il tiranno tedesco sarebbe "gloriosamente regnante"? Forse il Vangelo non è stato sufficientemente chiaro quando ha spiegato che i cristiani non pensano né a regnare in questa terra, né alla gloria in questa vita?

2 commenti:

nheit ha detto...

il Vangelo non è stato sufficientemente chiaro.o forse una pagina cruciale è andata persa nel rinvenmento dei papiri celati nelle grotte. là negli albori delle civiltà..
Regna il mistero fitto in quelle sale sontuose.fuori dalla terra. sono riusciti perfino in vaticano a rendere insopportabile la permanenza nele sale del "Giudizio Universale" e della "Pietà" .sembrano supermarket dell'inferno-
Tornando al ladro segretario. pareva tanto a modo. orgoglioso della devozione al Papa.e lo serviva a tavola col mestolo della minestra così educato. nei telegiornali si rimane incantati. chissà cosa è successo veramente.lo sapremo un giorno ? magari nel libro giallo di scrittore

Natale Pellizzer ha detto...

Cara Nheit, naturalmente io non condivido la devozione che il maggiordomo (ormai lo chiamano tutti così), ha per il Papa. E non giurerei che il suo intento fosse stato veramente quello che lui ha riferito. Mi limito ad osservare che il "movente" da lui dichirato ha (se cerco di immedesimarmi nella sua persona), una sua perfetta coerenza. Perché non mi riesce difficile immaginare che anche molte persone cattoliche praticanti (e magari un tantinello fanatiche), possano provare grande imbarazzo e magari grande schifo per quel che vedono accadere in Vaticano.
Poi, naturalmente, può essere che le cose stiano diversamente. E in ogni caso, per dire, mi chiedo come possa il "ladro" Paolo Gabriele fare la comunione, visto che il suo amato Papa continua a negare l'eucarestia perfino ai divorziati risposati.