Carissima Fiom, invece di bacchettare la Cgil e il Partito Democratico, perché non fai un bell'esame di coscienza?
Carissima Fiom, perché non cominci tu per prima a conquistare la fiducia dei tuoi iscritti, dopo che sui loro soldi (attraverso la tessera e i fondi pensione) hai già messo le mani?
Carissima Fiom, perché non cominci tu per prima a conquistare la fiducia dei tuoi iscritti, dopo che sui loro soldi (attraverso la tessera e i fondi pensione) hai già messo le mani?
Se
in Parlamento ci stanno solo gli imprenditori e i ricchi, e
quasi mai gli operai, una ragione deve esserci. La colpa, forse, è
anche di quei lavoratori che hanno votato (quando si sono degnati di votare), con i
piedi.
... E' risaputo che al Nord molti operai metalmeccanici (anche quelli della Fiom), non si sono
fatti problemi a tenere in tasca la doppia tessera: quella del sindacato, e quella della Lega. E allora c’è da chiedersi a cosa sono servite le assemblee di fabbrica, visto che questi meschinetti prima hanno maledetto Berlusconi, poi
hanno occupato strade e ferrovie (creando problemi agli operai
delle altre categorie che magari volevano tornare a casa dopo una
giornata di lavoro), ma infine hanno votato per Bossi!
E’ inutile che la Fiom chieda
maggior “democrazia”, se poi snobba i partiti dicendo loro che il voto degli operai
devono saperselo conquistare. Prima di spiegare ai politici come si sta al mondo, il sindacato dovrebbe almeno imparare a guadagnarsi la fiducia dei suoi iscritti. Che poi: il voto non è un regalo fatto ai partiti, piuttosto è il primo fondamentale strumento che il cittadino ha a disposizione per contrastare lo strapotere dei poteri forti.
... E questo discorso va spiegato anche a quelle tute blu rabbiose e inconcludenti che prima hanno sputato sul Pd, poi si sono
accompagnate a qualche esaltato (che infine si è scoperto essere un
infiltrato delle Nuove Brigate Rosse), poi hanno tifato financo per i balordi
dei centri sociali.
Prima di dare lezioni agli altri (e cianciare di "democrazia"), la Fiom dovrebbe mandare a scuola i suoi ruspanti operai. Quei poveretti che
sempre e comunque hanno simpatizzato per l’isola “che non c’è”.
... Già, l'isola che non c'è. Ovvero: quella Cuba castrista e sedicente comunista che piace tanto agli operai "duri e puri". Quella Cuba che non voleva essere il bordello dell'America ma poi è diventata lo scopatoio di tutto il pianeta. Quella Cuba dove i lecchini della dittatura vanno a tirar sassi agli operai che chiedono un lavoro più dignitoso. Quella Cuba in cui non ci sono mai state vere elezioni (alla faccia della democrazia che chiede la Fiom!). Quella Cuba in cui i nostri sindacalisti si ritroverebbero col culo per terra, immediatamente disoccupati, o costretti per un
lurido piatto di fagioli a fare gli spazzini (che gli farebbe anche bene: ritroverebbero la voglia di combattere sul serio per un mondo migliore!).
Natale Pellizzer
( Operaio metalmeccanico iscritto alla Cgil (e quindi, automaticamente, anche alla Fiom )
( Operaio metalmeccanico iscritto alla Cgil (e quindi, automaticamente, anche alla Fiom )
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