La Fiat di Marchionne ha presentato i conti del terzo trimestre 2010 (190 milioni di utili netto). E il leader della Cisl Bonanni ha subito esultato: «Sono dati positivi, dovremmo avere un’abbondanza di dati come questi per capire che stiamo uscendo dalla crisi».
... E invece c’è poco da esultare. Perché a rimanere fregati, in questo caso, sono i soliti noti. Ovvero: gli operai, quelli a cui il marpione-Marchionne vuol togliere i diritti, la pausa mensa, la dignità, e magari anche le mutande. Mentre lui si porta a casa una paga 400 volte più pesante di quella dei un suo operaio.
Loris Campetti, sul quotidiano “Il Manifesto”, è stato chiaro: «… Ieri la Fiat ha presentato i conti del terzo trimestre 2010 con un utile netto di 190 milioni. Peccato che nell'auto sia pesantemente caduto il fatturato per il calo delle vendite e la quota Fiat sia scesa sia in Italia che in Europa. Ma allora come riesce a fare soldi Marchionne? Azzerando gli investimenti in Italia per l'anno in corso e per il prossimo, visto che i modelli previsti per il 2011 sono già slittati al 2012; tenendo in cassa integrazione un quarto della forza lavoro del gruppo, e nell'auto molti di più; non pagando il premio di risultato ai dipendenti che corrisponde a un mese di stipendio se rapportato al 2008 e a mezzo stipendio rispetto al 2009. Così si fanno utili, si distribuiscono dividendi agli azionisti e si paga l'amministratore delegato 435 volte più del suo operaio».
1 commento:
Saranno cavoli amari per i sindacati. Questi problemi, mai affrontati prima, stanno venendo a galla uno dopo l' altro e saranno sicuramente molto dolorosi.
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