Per "Diva e Donna", ecco la deliziosa lettera che Cristiano Malgioglio ha scritto al cantante Giuseppe Povia.
Mio adorato, questa missiva è pregna di ammirazione e di buoni propositi. Ho appreso con grande gioia ed entusiasmo che uno dei tuoi amici più cari è stato miracolato. Era gaio e non lo è più. Lo griderai al mondo come s'addice a un artista riconosciuto, quale tu sei, dal palcoscenico più fiorito d'Italia: da Sanremo.
Molte domande si affollano nella mia mente, tutte hanno grande priorità. Non so da dove cominciare. L'unica nota triste che forse non ho ben capito è che il gaio era gay e adesso non lo è più. Tu non immagini quante volte nella mia vita ho sognato di somigliare a Maciste, Ercole, Ursus, per poter apparire mascolinamente possente. Non immagini quante palestre ho frequentato, rischiando di dilapidare tutto il mio patrimonio in personal trainer, panche, pesi, spalliere, cyclettes e altro.
Ho acquistato tutte le apparecchiature più sofisticate per raggiungere il mio scopo. Sono andato dal più grande sessuologo cinese di nome Tse Wong, per poter significare l'eterosessualità, non per altro, ma per cultura personale. Niente! Sai cosa mi ha risposto dopo 129 sedute? Non c'è nulla da fare!
... Se posso permettermi di dare seguito alla tua strepitosa idea di musicare un fatto così eclatante, dovresti contattare un grande sceneggiatore per poter trarre da questa strepitosa storia un kolossal che oscuri la fama di "Ben Hur".
Il povero Oscar Wilde avrebbe tratto un dramma teatrale da questa illuminante vicenda. Nel caso, però, tu ti fossi sbagliato, per tutto il ben che ti voglio, non drammatizzare, riconoscilo. La libertà di pensiero e di espressione non si toccano. Vorrà dire che ci canterai un'altra canzone dove un altro tuo amico credeva di esser etero e invece si è ritrovato gaio.
Con l'amore di sempre, con la gioia nel cuore. Chiamami! Chiamami...Tuo Cristiano
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