Sul referendum del 4 dicembre possiamo menarla
finché vogliamo, ma la riforma costituzionale contribuisce a far fare al nostro
Paese notevoli passi in avanti.
... E la “accozzaglia” del No, quando non le
riconosce certi evidenti vantaggi (ad esempio quelli sottolineati qui sotto),
dimostra di essere in assoluta malafede.
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Se vince il Sì, i parlamentari che ricevono lo stipendio saranno solo i
deputati: e dunque 630, non uno di più (se vince il No lo riceveranno deputati
e senatori: 950).
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Se vince il Sì l’immunità parlamentare sarà prevista per 730 persone: 630
deputati, 100 senatori (se vince il No l’immunità parlamentare rimarrà per 950
persone: 630 deputati, 315 senatori, 5 senatori a vita).
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Se vince il Sì, si eliminerà il CNEL, ente inutile costato un miliardo in 70
anni (se vince il No ci dovremo tenere questo costoso carrozzone che ha
imbarcato schiere di fankazzisti e sanguisughe).
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Se vince il Sì il Parlamento sarà obbligato a discutere le proposte di legge
popolari (se vince il No il Parlamento continuerà ad ignorarle).
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Se vince il Sì il quorum per i referendum potrà essere più basso di oggi (se
vince il No il quorum resterà lo stesso di sempre e i referendum rischieranno
sempre di più di essere invalidati da chi non si reca a votare).
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Se vince il Sì occorrerà il 60% dei delegati per eleggere il Presidente della
Repubblica (se vince il No basterà il solo 50%).
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