Appena c’è un terremoto, ecco che spuntano gli sciacalli. Ci sono quelli che si aggirano per le macerie (ma questo si sapeva già!). Si è letto pure del delirio degli animalisti e dei nazi-vegani (che hanno straparlato di “Karma che non perdona” , alludendo al fatto che ad Amatrice morti e sfollati pagherebbero il “criminale” sfruttamento del guanciale di maiale!). Poi abbiamo sentito di quei fanatici religiosi che cianciano sul “castigo di Dio” (alcuni predicatori islamici, certo, e quei fanatici pseudo-kattolici di Militia Christi). Ma non è ancora finita.
… Tutto questo non bastava: e ci stanno anche molti altri che preferiscono buttarla in caciara diffondendo allarmi insulsi e notizie infondate. E naturalmente tocca sorbirsi pure quelli che per raccattar voti e consensi la buttano in politica (in Italia è facilissimo: si sa che quando piove è colpa del “governo ladro”, figurarsi quando arriva il terremoto!).
Enrico Mentana, su Facebook, si è accanito contro quegli imbecilli che hanno diffuso la «enorme fesseria secondo cui l'intensità del terremoto sarebbe stata limata ad arte dal nostro istituto di geofisica per permettere allo stato di non pagare i danni».
… In pratica, è successo che rilanciando la bufala in questione (stravecchia, visto che era stata sfruttata paro paro già in seguito ad altri terremoti avvenuti nel passato), si insinua che il terremoto fosse stato più potente di quanto dichiarato, ma che la cosa ci venga nascosto di proposito.
Proprio così. Si insinua che la cosa ci venga nascosta perché una legge Monti – legge che in realtà non esiste affatto – stabilirebbe una cosa assurda. Ovvero: che se il terremoto è dell’intensità dichiarata in questi giorni, tutti i costi della ricostruzione vanno poi fatti ricadere sugli enti locali. Anziché sullo stato.
… E allora Mentana, di fronte a tanta stupidità, si è sfogato scrivendo così: «Nelle prime ore di una tragedia che ha cancellato centinaia di vite umane c'è gente che invece di prendere a cuore la sorte di un pezzo del paese pensa bene di avvelenare i pozzi, confezionando bufale che creano sconcerto, diffidenza, avversione, sfiducia e odio sociale».
E che dire di certi giornali che dovrebbero informare e magari chiamare tutti alla solidarietà? Odiosi davvero i titoli di “Libero” del 26-8-’16. All’indomani del terremoto, quando ancora si scavava tra le macerie, a pagina 5 spiegavano le polemiche foto di prima pagina così: «Stranieri in hotel, terremotati nella tendopoli». E il giorno dopo (sabato 27-8- 2016) aggiungevano altro veleno: «Pensano ai morti, trascurano i vivi».
… Ecco anche qui, con la scusa della politica, un’altra - evidentissima- forma di sciacallaggio!».
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