Quando si è realmente democratici, non ha molto senso specificare che si è
anche antirazzisti. Perché dovrebbe essere una ovvietà, questa (visto che
una persona realmente liberale e progressista non può nutrire certe balzane idee!).
... Per questo, quando una persona di sinistra con tanta enfasi e insistenza
si proclama antirazzista, io ne deduco che nei fatti, probabilmente, non lo è. E ne
deduco che appartiene casomai a quella sinistra imbecille, troglodita, e
antidemocratica che ha nei confronti dei migranti un tono schifosamente
paternalistico (quell'atteggiamenteo fondamentalmente razzista che
offende per primi proprio loro). E il perché è ovvio: si è paternalisti
con i bambini, con chi ha un handicap psichico, o con chi si reputa comunque
inferiore, non con qualcuno a cui si riconosce la nostra stessa dignità!
La cosa assume toni grotteschi quando entrano in
campo i diritti religiosi. Succede, infatti, che certi atei di sinistra -
in quanto indifferenti alla Fede - non riescono a cogliere i grandi
valori (e quindi anche i gravi limiti), di certe religioni.
... E conseguentemente a tutto ciò hanno il vizietto di considerare le varie usanze tribali alla stregua di tanti handicap
che vanno tutelati con regole e concessioni specifiche. Come se si trattasse della gentile concessione di chi si sforza di essere comprensivo e tollerante perché ritiene inconsciamente di essere culturalmente superiore a quei poveretti - pensano questi atei - che si ostinano a credere nell'essere immaginario chiamato Dio. E il risultato finale è che, praticamente, essere
islamici dovrebbe - secondo queste anime belle - procurare un qualche punteggio d'invalidità: ma per favore!
L'ateo
e sedicente antirazzista Nicola Atalmi (responsabile per
la sicurezza e per l’immigrazione della Cgil provinciale di Treviso), ha
proposto che in fabbrica siano riconosciute delle facilitazioni a quei lavoratori musulmani che, volendo seguire il Ramadan, non assumono cibo e
acqua dalle 5 del mattino alle 10 di sera (come prescritto dalla loro religione).
... Ma gli ha subito risposto
Andrea Guarducci, anche lui della Cgil: «E’ demagogia. Si rischia di
dare spazio a integralismi.
Si potrebbero avere ebrei che rifiutano di lavorare il sabato o
cattolici che disertano i turni la domenica».
Pensandoci bene: mi rendo
conto che io, se avessi voglia di andarmene in giro col pisello al vento
(magari per il caldo), non dovrei far altro che inventarmi una nuova
religione. Potrei dare il via ad una dottrina che mi obblighi a seguire il look
che il buon Dio aveva stabilito per Adamo ed Eva quando erano nel
giardino dell'Eden. Eventualmente (se mi accorgessi di non avere granché da esibire), potrei sempre ricorrere ad una fogliolina di fico da applicare sui
paesi bassi: alééé!
... Poi mi piacerebbe vedere se Nicola Atalmi (e tutti quei
finti antirazzisti che difendono il burqa, e tutte le altre minchiate),
verrebbero a difendere anche i miei, di principi religiosi! Vorrei vedere se oltre al "fratello rom", al "fratello nero", e al "fratello islamico" (che probabilmente si offende perché considera "fratelli" solo i suoi correligionari), questi presunti antirazzisti difenderebbero anche un "fratello" naturista che - per motivi di fede, s'intende - si presenta in fabbrica col batocchio bene in vista.
2 commenti:
e no mi spiace, non è che puoi inventarti una religione nuova perché magari ti piace di più..
;) attieniti almeno a una di quelle che ci sono (e che non sono poche)..
ciao
Ah, Giovanotta mia. E io che speravo di averti al mio fianco in questa nuova grandiosa ed entusiasmante battaglia!
... Alla fine il lavoro difficile lo devo fare sempre io, accidenti a voi.
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