I tifosi del Milan, delusi e inkazzati come non mai, hanno preteso di incontrare i giocatori della loro squadra. E quando si sono trovati davanti ad Abbiati e al cristianissimo Kakà (i soli che hanno avuto il coraggio di presentarsi all'appuntamento), sono stati categorici: «Il primo che becchiamo in un locale alle 6 del mattino fa una brutta fine. Chi gioca per il Milan deve sputare sangue per la maglia!».
... Ecco, adesso capisco perché l'Italia non vincerà mai la guerra. Succede perché gli italiani, invece di affrontare i problemi veri, stanno a pettinar le bambole. Giocano a freccette, oppure stanno a pregare Padre Pio, oppure si ubriacano coi discorsi del pagliaccio di turno (l'ultimo della lista: Beppe Grillo), oppure mandano la testa nel pallone (nel senso che si angustiano più del calcio che del futuro dei loro figli).
Mai che vogliano crescere 'sti italiani. Mai che vogliano pensare alle cose serie. Pure i milanisti: si arrabbiano coi giocatori, e pretendono che i loro beniamini vadano a letto presto alla sera (certo, sennò addio risultati). Però, quando devono andare a votare, questi esaltati votano per il Berluska, solo perché il delinquente ha regalato loro il giocattolo.
... E non gli chiedono mica di fare il serio! No, al piduista senza prostata (famoso in tutte le galassie per i bunga-bunga e per Ruby nipote di Mubarak), non hanno mai ordinato di comportarsi come si deve. Neppure quando Sua Barzelletta se ne andava in giro per il mondo a ridicolizzare il nostro Paese. Dopo averlo squinternato oltre ogni limite.
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