I cattolici autenticamente cristiani non dovrebbero fare la comunione. Per protesta, e per solidarietà ai risposati che non si possono avvicinare alla “mensa del Signore” (quando, peraltro, certi politici con due famiglie e svariate amanti la fanno tranquillamente!) .
… D’altra parte si può pregare il proprio Dio anche senza la mediazione dei preti. Come ha spiegato (su "Famiglia Cristiana"), un ex salesiano, quando ha scritto: vorrei dimettermi da questa Chiesa, non ho paura della solitudine perché io ho il Vangelo, a farmi compagnia!
Il settimanale “Famiglia Cristiana” ha pubblicato lo sfogo di un cattolico. Un ex salesiano amareggiato per il crudele trattamento che Santa Romana Chiesa riserva ai suoi figli (spietata con i più indifesi, accondiscendente e ruffiana con i “potenti”).
La lettera dimostrava che perfino un cattolico può vivere bene (magari anche meglio), lontano dalle gerarchie e dall’istituzione in cui queste tiranneggiano.
… E si capisce: un cristiano maturo sa che c’è il “primato della coscienza”. E quella (la propria coscienza), viene prima di papi, preti, vescovi, frati e suore. Lo confermerebbe (benché a denti stretti), perfino Sua Santitudine.
Inoltre: un cristiano maturo sa di avere il Vangelo. Che gli basta e gli avanza. Il Vangelo, che viene prima delle sottovesti di pizzo che svolazzano in Vaticano.
Un cristiano serio e istruito dovrebbe sapere che la parola del suo Dio conta più di qualunque dogma. E, a volerla dire tutta, solo a Lui (al suo Dio), spetta il diritto di decidere chi può partecipare alla sua cena.
Infine: un cristiano maturo dovrebbe addirittura rifiutarsi di andare a prendere la comunione. Per mostrare solidarietà verso i tanti ai quali (per qualche lurido capriccio del clero), questo sacramento viene negato. Che poi, la Fede cattolica stessa insegna che siamo tutti ugualmente indegni. E insegna che non sono i preti a stabilire chi può avvicinarsi all’altare.
... D'altra parte, basterebbe riflettere su cosa viene ripetuto ad ogni messa: “Signore, non son degno di partecipare alla tua mensa, ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato!”.
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La lettera pubblicata da "Famiglia Cristiana" (firmata “Giorgio”)
«Anni fa, come genitori separati di una bambina, non abbiamo potuto condividere con lei la gioia di ricevere la Comunione. Non è stato facile spiegarlo a mia figlia, ma ci è sembrato giusto farlo. In seguito mi è stato impedito di fare da padrino al battesimo di un figlio di amici. Ora, per l’ennesima volta, ho visto che questa regola, da noi rispettata con dolore, è calpestata dai potenti, La Chiesa viene sempre a patti con i poteri forti. Sono un ex salesiano, non sono un mangiapreti, ma vorrei dimettermi da questa Chiesa, anche se non so come si faccia. Non ho paura della solitudine. Col Vangelo mi sento in buona compagnia».
“ ...Pray one day we can live as one” (Tina Cousins, “PRAY”)
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